Generazione A - di Douglas Coupland (2010)
Per riuscire ad affrontare quella rivelazione, scelsi di utilizzare lo strumento principe in natura per l'autoconservazione: decisi di sbattermene i coglioni. Zack.
In un futuro molto prossimo, le api e molti altri insetti sono scomparse, sparite, estinte, cancellate. Contemporaneamente, un medicinale è diventato fonte di dipendenza accettata: si chiama Solon, e cancella l'ansia per il futuro, rendendo il soggetto che lo assume più solitario, tendente ad isolarsi. Nello spazio di poche ore, cinque persone, in differenti parti del Pianeta, vengono punte da api. Significherà qualcosa? Come sia, le cinque persone, Zack Lammle, un giovane coltivatore di mais dell'Iowa (punto mentre stava disegnando un pene enorme in uno dei suoi campi), Samantha Tolliver, una ragazza neozelandese punta mentre stava facendo un Earth Sandwich* con un'altra ragazza in Spagna (*questa dovete leggervela nel libro), Julien Picard, un giovane francese, studente fuori corso, dipendente da World of Warcraft, Diana Beaton, canadese dell'Ontario con la sindrome di Tourette e un recente litigio col prete della sua chiesa (del quale era innamorata), e Harj Vetharanayan, un abitante dello Sri Lanka che pochi anni prima ha perso l'intera famiglia in uno tsunami, e che lavora in un call center di Abercrombie & Fitch, vengono immediatamente messe in isolamento per un mese, senza poter avere contatti con nessuno, al di fuori di una voce che è modulata sulle richieste di ognuno dai cinque personaggi. Dopo di che...
Rendersi conto di essere innamorata fu doloroso, e poche cose fanno sentire soli a questo mondo come l'amore non corrisposto. Diana.
Probabilmente ve l'ho già detto, ma il canadese Coupland fa parte di quegli scrittori che, probabilmente con un po' di supponenza, considero far parte della mia generazione. Non intendo rifilarvi il pippone sull'autore che ha "inventato" la definizione Generazione X (proprio Coupland, col suo folgorante debutto del 1991), e vi invito inoltre a non tener conto del fatto che questo libro viene presentato come l'ideale seguito di quel libro (e introdotto da un estratto di un discorso di Kurt Vonnegut, che usa quella definizione - quella della X - e conia questa - quella della A -). Vi riferisco questo fatto, per avvertirvi che i miei giudizi sugli scrittori che sento in qualche modo a me vicini, sono sempre falsati, forse per troppo amore. Fatto sta che Coupland, che a differenza di altri ho seguito a fasi alterne, e che oltre a scrivere libri caustici e brillanti (Generazione X, Microservi, La sacra famiglia), è riuscito a scrivere cose bellissime e commoventi, senza perdere la sua lucidità spietata, come Fidanzata in coma, un libro che ancora oggi mi commuove solo a pensarci. E fino ad ora, non mi ha mai "tradito": ogni suo lavoro mi sembra fresco, rigenerante, intenso, pieno d'umanità e, al tempo stesso, spietato con i problemi di quella che comunemente chiamiamo "società occidentale". Stesso discorso per questo Generazione A, appassionante, brillante, apocalittico e post-qualcosa, come quasi tutti i libri dell'autore canadese, visionario e, al tempo stesso profondamente omaggiante alla bellezza e alla forza della letteratura, dei libri e dell'azione di leggere. Un autore che sembra non smettere di maturare.
In genere la storia delle nostre vite finisce molto prima della morte e passiamo gli anni del tramonto a scaldarci le mani alle braci della memoria. Harj.
4 commenti:
"Per riuscire ad affrontare quella rivelazione, scelsi di utilizzare lo strumento principe in natura per l'autoconservazione: decisi di sbattermene i coglioni."
Ti spiace se metto questa frase su Facebook?
secondo me basta che ci scrivi che l'ha scritta Douglas Coupland :))
comunque ho comprato quel libro giusto oggi. Solo per quella frase lì.
ottimo!
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