Storytelling - di Todd Solondz (2001)
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)
Giudizio vernacolare: talliente
Fiction, prima parte. Vi e Marcus frequentano l'università, ed in particolar modo un corso di scrittura creativa, entrambi sperano di avere la stoffa dello scrittore. Hanno una storia di sesso che forse è qualcosa di più. Un particolare: Marcus è affetto da una paralisi cerebrale. Il professore di scrittura creativa, Mr. Scott, è un tipo particolarmente esigente, sa essere cattivo. Inoltre, sfrutta il suo potere per rimorchiare la studentesse. Marcus legge un suo racconto in classe, e Mr. Scott lo umilia. Vi non fa niente per prendere la sue difese. Marcus si arrabbia. Vi si pente. Esce, ed incontra Mr. Scott in un bar...
Nonfiction, seconda parte. Toby è un quarantenne parzialmente fallito. Vorrebbe essere un documentarista intelligente, e invece è solo un commesso in un negozio di scarpe, e non ha uno straccio di donna. Nell'estremo tentativo di realizzare qualcosa di interessante, si reca in una scuola superiore ed ottiene il permesso per realizzare alcune interviste per un documentario sui giovani e le loro aspettative. Individua in Scooby un adolescente che gli pare un soggetto perfetto. Sposta l'obiettivo sulla sua famiglia, li convince a farsi riprendere per alcuni giorni: il risultato è agghiacciante.
Sempre più stupefacente il lavoro di Solondz. Questo Storytelling, altro film dalla storia travagliata e dalla distribuzione inesistente, viene cronologicamente dopo il capolavoro Happiness, ma non ha apparentemente nessun legame con esso, anche se, in fondo, sempre del lato nascosto della provincia americana si parla. Il tema però è, come suggerisce il titolo, la narrazione, il racconto, e quanto può essere scorretto raccontare, così come può essere scorretta o corretta la ricezione di quanto ci viene raccontato.
Breve quanto intensa la prima storia, Fiction, con un'altra scena coraggiosa e difficilmente dimenticabile (Mr. Scott che scopa Vi ordinandole di dirgli "nigger, fuck me hard!", così come lo spettatore non potrà rimanere impassibile durante l'altra scena di sesso tra Vi e Marcus), spietata (come tutto il cinema di Solondz, per questo mi piace) e perfettamente articolata, seppur si sviluppi con una durata relativamente breve (anche se più lunga dell'altra), la seconda Nonfiction, con un cast superlativo, che mette curiosità solo a leggerlo, e divinamente diretto.
Protagonista di Fiction una Selma Blair che dimostra di avere le potenzialità per reggere un ruolo importante (se solo gliene dessero la possibilità; a proposito, tornerà nel nuovissimo Solondz, Dark Horse), mentre come detto in Nonfiction c'è un cast di stelle di innegabile bravura. Paul Giamatti è Toby, John Goodman è Marty Livingston, il padre di Scooby, e c'è perfino Franka Potente in una piccola parte, quella dell'editor di Toby.
Finale senza sconti, un altro grande tassello nella carriera di un grande regista/sceneggiatore (anche stavolta, sottolineo).
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