Bullhead - di Michael R. Roskam (2012)
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)
Giudizio vernacolare: popo' di groppone ticià luilì
Provincia di Limbourg, Belgio. Jacky Vanmarsenille è un giovane robusto e scontroso allevatore, che porta avanti la fattoria e l'allevamento di famiglia insieme al fratello, prendendosi cura della madre e soprattutto del padre vecchio e malato, conducendo una vita schiva e priva d'amicizie. Qualcosa nel suo passato lo ha segnato per sempre. L'allevamento del bestiame segue le solite, vecchie e cattive abitudini di sempre, ereditate dalla gestione del padre: le iniezioni di ormoni sono all'ordine del giorno, e ovviamente procurarsi quelle cose non è legale. Lasciando per un momento da parte il fatto che Jacky usa molti prodotti di quel tipo anche per se stesso, ciò ci porta al fatto che alcune conoscenze della famiglia non siano del tutto brave persone. Il conoscente Sam Raymond, legato all'ambiente della malavita, tenta di trascinarlo dentro un traffico di ormoni più grande ed esteso, gli combina un incontro, durante il quale Jacky, in apparenza un omone senza troppo cervello, ha un'impressione e una sorpresa: l'impressione è che lo stiano incastrando, la sorpresa è quella di incontrare, ad anni di distanza, l'amico fraterno Diederik Maes, testimone di quel fatto che gli ha cambiato la vita, e vecchio amico di famiglia. Jacky, scontroso ma deciso, se ne va e non ne vuole sapere più niente. Purtroppo, il fratello Stieve non è così sospettoso come lui, ed un bel giorno torna a casa con quattro cerchioni nuovi per la sua BMW...
Debutto davvero interessante questo Rundskop, film del regista belga Michael R. Roskam, girato proprio sul "confine linguistico", per cui recitato in neerlandese e in francese (cosa che genera alcuni siparietti divertenti, non tutti sono bilingui). Il film sgretola l'immagine del contadino/allevatore senza macchia e legato ai valori sani della terra, proiettando delle ombre lunghissime fin sulla nostra tavola, riuscendo nell'impresa di realizzare un dramma malavitoso/poliziesco, con una sottotrama umana di non minore impatto, e delineata con alcuni precisi flashback recitati da piccoli attori perfettamente in parte. L'ambientazione decisamente belga, non impedisce al regista di sciorinare omaggi e riferimenti vari a grandi film del passato, ed al tempo stesso di mettere in mostra una notevole tecnica ed un'ottima direzione del cast (senza dimenticare che è l'autore pure della sceneggiatura). Superba e convincente la prova del protagonista Matthias Schoenaerts (Jacky), che avevamo visto in una parte da non protagonista in Black Book di Verhoeven (insieme a Frank Lammers, qui nella parte di Sam Raymond), che, proprio come De Niro in Raging Bull, ha acquistato 27 chili per indossare i panni di Jacky Vanmarsenille. Speriamo vivamente che questo film trovi una distribuzione italiana.
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