Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Jens Høyer e Mike Andersen sono ufficiali di pattuglia di routine nel ghetto di Svalegården, un quartiere immaginario di Copenaghen. L'atmosfera tra la popolazione straniera è accesa perché un senegalese arrestato, il 19enne Talib Ben Hassi, è rimasto gravemente ferito durante la custodia della polizia ed è in pericolo di vita. Successivamente, quando viene resa nota la morte del giovane Talib, i due agenti, impegnati in una ricerca, vengono aggrediti e la loro auto viene incendiata. Jens e Mike dovranno quindi sopravvivere al desiderio di vendetta della gente del ghetto.
Senza dubbio un film adrenalinico, questo Shorta (arabo per polizia), debutto nel lungometraggio per i due registi danesi. Perde, però, su tutta la linea, contro Athena, che vi consiglio e del quale parleremo tra un po', di Romain Gavras, sia a livello tecnico, che a livello concettuale.
Undoubtedly an adrenaline-pumping film, this Shorta (Arabic for police), feature film debut for the two Danish directors. However, it loses across the board against Athena, which I recommend and which we will talk about in a bit, by Romain Gavras, both on a technical level and on a conceptual level.
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