No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20231011

Più forte delle bombe

Louder Than Bombs - Di Joachim Trier (2015)
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)


Diversi anni prima degli eventi del film, Isabelle Reed (Isabelle Huppert), una fotografa di guerra, muore in un incidente stradale. Nel presente, viene pubblicata una retrospettiva del suo lavoro e un articolo sulla sua vita e morte, mettendo il suo vedovo, Gene (Gabriel Byrne), in crisi perché suo figlio minore, Conrad, che aveva dodici anni al momento della morte di Isabelle, non aveva idea che fosse morta suicida. Conrad nel frattempo è arrabbiato, aggressivo e apparentemente aspirante suicida, spesso fantastica su sua madre e sulla sua morte ed è ossessionato da una delle sue compagne di classe. Jonah, il figlio maggiore di Isabelle e Gene, arriva in visita a suo padre e Conrad e esamina anche il lavoro di sua madre prima che venga donato a un museo. Sebbene Jonah sembri a suo padre un tipo normale e stabile, si rifiuta di credere che sua madre sia morta suicida e censura il suo lavoro, cancellando alcune delle sue fotografie che sembrano mostrare che aveva una relazione. In ospedale, quando sta per nascere suo figlio, Jonah incontra una vecchia fidanzata, Erin, la cui madre sta morendo di cancro. Le permette di credere che anche sua moglie abbia il cancro. Volendo tornare a casa dopo aver visitato suo padre e suo fratello, Jonah si ferma a casa di Erin e i due fanno sesso, mentre Jonah dice a Erin che non ha mai detto a sua moglie di sua madre o del modo in cui è morta. Dopo l'incontro, invece di tornare a casa, torna a casa del padre e mente alla moglie dicendole che la famiglia ha bisogno di lui più di quanto si aspettasse.

Primo, e al momento unico, film in inglese del regista norvegese-danese, con un grande cast internazionale e con ambizioni molto alte. Non delude, anche se avrei desiderato molto di più; al tempo stesso, ho visto bravissimi registi non statunitensi fallire miseramente al loro primo (ma non solo) impatto con la cosiddetta "industria cinematografica", quindi, come si suol dire, troviamoci contenti. 

First, and currently only, film in English by the Norwegian-Danish director, with a large international cast and very high ambitions. It doesn't disappoint, although I would have liked much more; at the same time, I have seen very good non-American directors fail miserably on their first (but not only) impact with the so-called "film industry", so, as they say, let's be happy.

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