Giudizio sintetico: si può vedere(3,5/5)
La premessa del film ruota attorno alle gare di ortografia competitive statunitensi, che negli ultimi tempi sono state dominate dagli indiano-americani. Il film segue la vita di quattro bambini: Akash Vukoti, Tejas Muthusamy, Ashrita Gandhari e Shourav Dasari. Il film presenta anche interviste con Jacques Bailly (professore), Kevin Negandhi (conduttore sportivo), Sanjay Gupta (neurochirurgo, scrittore e giornalista medico), Fareed Zakaria (giornalista politico e scrittore), Hari Kondabolu (stand-up comedian e scrittore), Valerie Browning, Srinivas Ayyagari e Pawan Dhingra.
Al terzo documentario di cui vi parlo, quasi in fila, inutile che vi rifili per l'ennesima volta, la mia convinzione che siano proprio i documentari, uno dei punti di forza di Netflix. Questo, su un argomento davvero particolare, risulta di grande attualità dato che l'immigrazione è un tema caldo e spesso, scottante. A tratti commovente, sicuramente intrigante.
At the third documentary I'm talking to you about, almost in a row, there's no point in telling you for the umpteenth time my belief that documentaries are one of Netflix's strong points. This, on a very particular topic, is very topical given that immigration is a hot and often burning topic. At times touching, certainly intriguing.
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