No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20120716

archibugio

Blunderbuss - Jack White (2012)


Sono almeno due mesi che ascolto e riascolto Blunderbuss, e ancora non ho capito se mi piace oppure no. Personalmente, non credo sia un bene. Che John Anthony Gillis fosse un genio, io, come altri, lo andavo ripetendo da anni, epoca White Stripes, e dopo averli visti alcune volte live mi sono ritrovato a pensare una campagna che lo liberasse da Meg White, che ho sempre visto come una palla al piede per lui. Dopo l'ultima parte della carriera di Jack, mi ritrovo a pensare di aver completamente sbagliato il giudizio (su Meg). Si, provate a rifletterci. Nonostante questo disco sia già da mesi osannato e considerato da eminenti riviste musicali come uno dei migliori del 2012, o altre cose (come quelle con The Raconteurs e con The Dead Weather) siano state salutate con ovazioni da stadio, al momento, quello che rimarrà nella storia universale, sono le cose che Jack ha fatto con i White Stripes, a cominciare dal tormentone di Seven Nation Army "stadizzato".
Detto questo, Blunderbuss è un pentolone elegantissimo e molto (pure troppo) vintage (non fosse altro che per gli strumenti usati), che raccoglie le sterminate influenze di Jack, da Elvis a Dylan, da Dolly Parton ai Led Zeppelin, e via discorrendo lungo tutto l'arcobaleno musicale del ventesimo secolo, con una serie di pezzi che presi singolarmente hanno un grande potenziale, ma che incastonati in un album spiazzano l'ascoltatore denotando una grande eterogeneità. Apprezzerete il disco, lo suonerete per un po', magari qualche settimana, poi lo metterete sullo scaffale virtuale e non lo ascolterete più. E quando sentirete nominare Jack White, partirà immediatamente nello stereo immaginario posto nella vostra testolina, Seven Nation Army. A volte le eredità non sono facili da gestire.

5 commenti:

Filo ha detto...

Penso che nel mondo indie sia impossibile parlar male di Jack White senza essere tacciato di eresia. Un disco venerato già da prima della sua uscita.
Ma c'è da dire che non ci sono grandi uscite per cui esaltarsi, ultimamente. Quindi un disco buono (e nulla di più) come questo, viene portato in palmo di mano.

jumbolo ha detto...

Mah, Filo, è tutto relativo. Secondo me, negli ultimi mesi sono usciti Fiona Apple, Santigold e Neneh Cherry (con i The Thing), che sono dei signori dischi.

Filo ha detto...

Scusami, mi sono espresso male: non c'è un nuovo personaggio che faccia breccia come ha fatto lui. Quelle che hai nominato non sono nomi nuovi. Non c'è qualcuno a cui dedicare la copertina di Rolling Stones, per intenderci.
Detto questo, ammetto che non ho ascoltato manco uno di quelli che hai nominato.

jumbolo ha detto...

Rolling chi? :))

Filo ha detto...

:)