No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130314

allenamento in stato costante

Long Slow Distance - Sivert Hoyem (2011)


Eccoci ancora una volta a parlare di un'artista che meriterebbe senza ombra di dubbio una maggiore attenzione, ed è buffo pensare che se non fosse stato per un'amica non lo conoscerei neppure io, visto che di Sivert Hoyem come solista (dei Madrugada in passato qualcosa sulle riviste specializzate si è letto) non ne parla mai nessuno. Il cantante norvegese, ex leader dei Madrugada appunto, con questo Long Slow Distance arriva al quarto disco solista, accompagnato sempre da una band fidata, e dà libero sfogo a tutte le sue influenze ed i suoi amori. E' importante, perché Hoyem continua a camminare per la sua strada, cercando di differenziarsi, ovviamente, dal suo passato con la band. A parte che un disco che nella prima strofa del suo primo pezzo contiene la parola permafrost (Under Administration: "I can't remember your face anymore/That too is lost/Your cold ashes scattered on the wind/And swept across the permafrost") andrebbe fatto ascoltare a tutti, ecco quindi che si parte con un pezzo fortemente emozionale (quello citato prima), tutto fatto di contrappunti di chitarra elettrica e voce importante (così come è quella di Sivert), con una base ritmica quasi inesistente fino alla metà, spruzzato di tastiere che prendono il volo insieme all'ingresso della sezione ritmica, pezzo che riesce ad essere intrigante ed inquietante al tempo stesso (e il crescendo finale è davvero travolgente), e si continua con la title-track che pare un pezzo black metal leggermente ovattato (appaiono anche chitarre acustiche e tastiere) e cantato da Nick Cave o da Mark Lanegan (due artisti che Hoyem ama), ma condito da un testo che parla di un amore difficile e contrastato. Ecco poi Give It A Wirl, un pezzo molto Madrugada e molto bello, condito da percussioni latine ed assoli che ricordano contemporaneamente Neil Young e gli Iron Maiden, e una Warm Inside che è una classica ballad acustica, resa irresistibile dalla sua voce. Animal Child è un pezzo piuttosto atipico, che sicuramente si ispira al krautrock, e che Hoyem trasforma in una cavalcata dark rock, e poi ancora in un tutt'altro, con un finale soprendente e rilassato; si torna su ritmi forsennati con Trouble, quasi un rock and roll, stop and go compresi, solo leggermente modernizzato. Con Red on Maroon si torna a chitarre metal con inserti decisamente industrial noise, e con Blown Away si fa un altro tuffo nel passato (leggi Madrugada), con un'altra ballad impreziosita da un Hoyem in grande spolvero. Quando canta così, difficile resistergli. Emotions è elettronica (ma senza dimenticare le chitarre ben grattugiate, quando ci vogliono) e ben costruita,  e poi c'è Father's Day che è un altro pezzo splendido, pianoforte e voce. Conclude un'altra semi-ballad, Innovations, che seppur non essendo nulla di speciale, conferma la sapienza del songwriting del norvegese, e, ancora una volta, la capacità di trasmettere emozioni a non finire con quella voce che non dovrebbe davvero essere conosciuta così poco.

1 commento:

monty ha detto...

Mi hai convinto.

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