Scrivo questo post con la consapevolezza di avere una posizione non chiara, non è chiara neppure a me. Ma vorrei provare a riflettere scrivendo.
Renato Curcio. Ho cominciato a pensarci su, leggendo sul giornale di ieri dei tafferugli a Napoli in occasione della presentazione di un libro della sua casa editrice. Alcuni militanti di AN hanno dispiegato uno striscione dove chiedevano il carcere a vita per i terroristi.
Bene, mi ricordo ancora come fosse oggi quell'estate del 1978. Mia zia, allora simpatizzante brigatista rossa, attiva nei movimenti della sinistra extraparlamentare (sottolineo: mio nonno, suo padre, fu un repubblichino, a Salò fino all'ultimo, fedele a Benito, fece tutte le campagne d'Africa e sopravvisse a El Alamein, figurarsi), nella sua camera da studentessa universitaria, in quella cameretta dove conobbi l'inglese, dove conobbi tramite i suoi racconti i primi passi del punk inglese (andava a Londra per imparare meglio l'inglese), i fondamentali del rock (Deep Purple, Status Quo, Led Zeppelin), del prog (E.L.P., Area, Banco), del folk (Donovan) e i grandi cantautori italiani (Guccini, De Gregori), l'unica lettura musicale allora disponibile (Ciao2001), fin dalla tenera età di 7-8 anni, cose per le quali sono ancora oggi in debito con lei, se non fosse che ormai sono 10 anni che sta tentando di portarmi in pellegrinaggio a Medjugorie (http://it.wikipedia.org/wiki/Medjugorie), insomma, quell'estate, mia zia un giorno cercò di spiegarmi che le Brigate Rosse avevano fatto bene ad uccidere Aldo Moro. Non la bevvi.
Ora. Chi mi conosce sa che sono contrario alla pena di morte, e sono forse una delle ultime persone ingenue e convinte che il carcere deve avere un compito rieducativo. Non sono contrario al perdono, anche per chi ha ucciso e mostra pentimento. Credo che anche queste persone, i cosiddetti compagni che sbagliano, abbiano diritto a rifarsi una vita, scontata la pena, trovarsi un lavoro, farsi una famiglia (o un dico, magari), fare dei figli.
Però, per cortesia, un po' di basso profilo non guasterebbe. Purtroppo questa è una malattia italiana. Come il politico che perde, e ha fatto il suo tempo, dovrebbe andare a casa e fare altro, anche l'estremista politico dovrebbe, secondo me, senza che lo obblighi nessuno, far perdere le sue tracce, mantenere come ho detto prima un basso profilo. Magari sono anche persone intelligentissime, però io ve lo dico, Sofri ha un po' rotto i coglioni a darci lezioni di stile dalle colonne dei giornali, e Curcio ad andare a fare le conferenze stampa, e altri a lavorare per i ministeri. Hai sbagliato, di brutto, hai capito, ok, ti perdoniamo, però cazzo, hai fatto fuori della gente, l'hai gambizzata, per favore, non ti far più vedere su un giornale. Per favore, te lo chiedo.
Una cosa, però, la voglio aggiungere: compagni, anzi amici, anzi, signori avversari politici di AN, militanti che avete anche giustamente protestato contro Curcio: vi voglio in piazza se succede una cosa del genere per la Mambro e Fioravanti. Siamo d'accordo?
14 commenti:
Complimenti per la zia..... hai rischiato di venir su peggio der follo
quanto hai ragione!!su sofri pensavo esattamente la stessa cosa!:)
siamo al limite. fortunatamente non tutti condividevano e agivano.
piuttosto, fa senso vedere quanti sono passati completamente dalla parte opposta.
non ho capito un cazzo ma cacciucco si scrive con due ci, m'arraccomando
....."le ideologie sono morte tutte"....direi sono assopite ed edulcorate....
nei momenti di crisi e di rabbia le ideologie tornano alla ribalta...l'intensità delle fedi religiose e delle utopie politiche sono dettate dalle condizioni di vita e dal momento contingente in cui si vive....giudicare il comportamento dell'uomo a posteri può servire solo da esempio per le generazioni future, quindi a mio avviso è sempre bene parlarne, senza fare gli struzzi...
io non sono d'accordo sul fatto che le ideologie sono morte, ma nello stesso tempo trovo troppo "di comodo" il fatto che ritornino a seconda di condizioni di vita e momenti contingenti.
questo solo per chiarire a me stesso la mia personale posizione.
Dare già per certa un'utopia è già una risposta eloquente a tutti gli interrogativi, ideologie comprese.
Tutti noi siamo potenziali "strumenti", che all'occorrenza si chiamano esempi, oppure conformismi, oppure il niente....
E' sempre un problema di gregge da pascolare.
ne sta venendo fuori un simposio. vi posso dire sinceramente che penso tra me e me di essere quello che ne capisce meno? tanto per dire qualcosa.
quello che so è che io, rispetto a quel che dice mauro, almeno mi pare, faccio il ragionamento inverso, forse questo a volte mi blocca. io credo che essere contro la pena di morte DOVREBBE essere un punto fermo dell'essere di sinistra. e poi il pacifismo, e in generale la tendenza all'appiattimento delle classi sociali, dell'abbattimento delle differenze. sono cose che sento mie, ma spesso mi rendo conto che tanta gente "di sinistra" non la pensa così. e allora non è che cambio idea, vorrà solo dire che è il mio pensiero.
bravo maurino...c'hai preso in pieno...
...(il figlio al padre che sta leggendo l'unità: "babbo babbo..è vero che gli asini volano?"...
..."ma chi te le racconta queste cazzate?"....
...."l'ho sentito dire da bertinotti"...
.."uhmm...volano proprio non credo.....volicchiano"
ale, ne abbiamo già discusso ampiamente, intervengo per fare un'appunto su una cosa che dici spesso e che trovo inprecisa. nel mio modo di vedere.
essere contro la pena di morte DOVREBBE essere un punto fermo dell'essere umano, di destra o sinistra. e così il desiderio di pace.
sai come la penso sugli schieramenti, ed ho sempre trovato insopportabile come, da un lato, il "movimento intellettuale" di sinistra abbia cercato di accaparrarsi ideologie edificanti da sbandierare come proprie (quali appunto pace, solidarietà, etc. etc.), mentre dall'altro lato la destra ha sempre lasciato fare...
la difesa di certi diritti umani inviolabili, NON è uno slogan a disposizione di questo o quello schieramento. è un obbiettivo da raggiungere per tutte le persone, di qualsiasi età, ceto sociale e colore politico.
almeno così la vedo io.
m.
intendiamoci mauro, io mi sento preso per il culo da destra e da sinistra. ed è il motivo per cui ho difficoltà di voto.
ma non è che il sentirmi preso per il culo, indebolisce le mie convinzioni. anzi. vuol dire semplicemente che ho più strada da fare per realizare la mia personale rivoluzione umana.
luxuria non è quel pagliaccio per cui la si vorrebbe far passare. certo non si può dire che la pensiamo uguale uguale, ma è una persona che pensa a quello che dice. si può non essere della stessa opinione. ma ho imparato a rispettare le sue idee.
io credo che tu sia nel giusto massi quando dici dovrebbe, ma nei fatti la pena di morte è stata un cavallo di battaglia della destra da sempre, mentre la sinistra andava nel senso contrario. ovviamente, la sinistra di un certo tipo, non certo quella russa o cinese.
infatti non posso approvare un ideologia (chiamiamola così), quella di destra, che non prende a cuore la difesa di diritti umani indiscutibili.
e non posso approvare neppure una, quella di sinistra, che usa questi diritti, per sbandierarli come merdose bandiere della pace alla finestra (per poi dimenticarsene con comodo).
diciamo che la sinistra di un quel certo tipo è più un idea che una realtà concreta.
m.
mau, a parte che non intendevo importante Luxuria come provocatrice, nonostante, a conti fatti lo sia.
ma intendevo dire che seppur militante in un partito che non capisco, seppur non condivido sempre le sue opinioni. è una delle poche persone laggiù che sembra avere un motivo per esserci che non sia il proprio tornaconto personale o desiderio di potere.
in più dimostra di avere un cervello.
sui dico. ci sono cose più importanti. ok. però non è mai il momento sbagliato per farne almeno una, piccola, giusta. (non ho seguito abbastanza i dico, per capire se l'hanno fatta giusta o il solito pasrocchio).
m.
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