No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20230814

Festa rossa mesta

Marlene Kuntz + Marco Rovelli, 13 agosto 2023, Festa Rossa Perignano Lari (PI)


L'invito di un caro amico mi aiuta a lasciare il lettino prendisole anzitempo, in questa splendida domenica di metà agosto, per rivedere non solo i Marlene dopo molto tempo, ma pure alcuni amici (anche loro, che non vedevo da tempo). La Festa Rossa di Perignano Lari è una bella realtà con un ottimo spazio all'aperto. 

Apre il professor Marco Rovelli, se abbiamo capito bene solo con un chitarrista ad accompagnarlo (chiamato l'Innominabile), che però avrebbe dovuto essere una band completa chiamata Gli Innominabili. Più letteratura che musica, più politica che letteratura, ispirata anche a musica tradizionale.

Con un ritardo di circa un'ora, ecco la band capitanata da un Cristiano Godano ben conservato (fisicamente, dico). La formazione adesso vede alla batteria Niccolò Fornabaio (immagino che chi legge sappia già che qualche mese fa è morto lo storico batterista Luca Bergia, che però aveva preso uno iato dalla band l'anno precedente), il polistrumentista Davide Arneodo (tastiere, violino, synth, piano, mandolino, percussioni, cori), il bassista Luca Saporiti, insieme all'altro superstite della formazione originale Riccardo Tesio, chitarrista solista. 
La scaletta è pensata in modo particolare: i sei brani tratti dall'ultimo disco Karma Clima (l'unico che non ho mai ascoltato, nonostante fossi convinto del contrario, nel senso che ero convinto di aver mollato gli ascolti molto prima, al contrario, la ricerca su questo stesso blog ha smentito la mia memoria ormai da anziano) sono suonati tutti di seguito, dopo una versione imbarazzante (a livello vocale) di Ineluttabile. Una scelta che amplifica il solco netto tra le "vecchie" produzioni e le nuove. Il finale è in crescendo, con Nuotando nell'aria e gli encore Grazie e Sonica
I pensieri sparsi, miei e degli amici: "finché Godano imbraccia l'acustica, anziché l'elettrica, non ci siamo". "Ho capito perché non ho mai ascoltato l'ultimo disco". "Le persone vogliono sentire i pezzi vecchi". Nei pensieri post concerto, e perfino adesso mentre ne scrivo, sono combattuto. Rileggendo le recensioni degli album dal 2007 in poi, era chiaro che ne apprezzavo l'impegno e la fisiologica voglia di cambiamento, di mutamento di rotta, segno di una band intelligente. Evidentemente, l'amalgama live è molto difficile da raggiungere: mi permetterei di suggerire una riflessione su questo punto, agli amati Marlene Kuntz.

With a delay of about an hour, here is the band led by a well-preserved (physically, I mean) Cristiano Godano. The formation now sees on drums Niccolò Fornabaio (I imagine that the reader already knows that a few months ago the historic drummer Luca Bergia died, who however had taken a hiatus from the band the previous year), the multi-instrumentalist Davide Arneodo (keyboards, violin, synth, piano, mandolin, percussion, backing vocals), bassist Luca Saporiti, together with the other survivor of the original line-up Riccardo Tesio, lead guitarist.
The lineup is thought out in a particular way: the six tracks taken from the latest album Karma Clima (the only one I've never listened to, even though I was convinced of the opposite, in the sense that I was convinced that I had given up listening much earlier, on the contrary, research on this same blog disproved my now elderly memory) they all played in succession, after an embarrassing (vocally) version of Ineluttabile. A choice that amplifies the gap between the "old" productions and the new ones. The finale is in crescendo, with Nuotando nell'aria and the encores Grazie and Sonica.
The scattered thoughts, mine and those of my friends: "as long as Godano embraces acoustics, instead of electrics, we won't be there". "I understood why I never listened to the last record." "People want to hear the old stuff." In my post concert thoughts, and even now as I write about it, I am conflicted. Rereading the reviews of the albums from 2007 onwards, it was clear that I appreciated their commitment and the physiological desire for change, a change of course, a sign of an intelligent band. Evidently, live amalgamation is very difficult to achieve: I would take the liberty of suggesting a reflection on this point to the beloved Marlene Kuntz.

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