No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130112

fuorilegge

Lawless - di John Hillcoat (2012)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)

1931, Franklin County, Virginia, USA. I tre fratelli Bondurant, Forrest, Howard e Jack, portano avanti una redditizia attività di moonshine (così venivano chiamate le distillerie di alcolici durante il proibizionismo), oltre ad avere un saloon fuori città. Corre voce che siano invincibili, immortali, indistruttibili: soprattutto il fratello di mezzo, Forrest, ne è la prova vivente. Howard, il maggiore, è un prototipo del reduce: affoga nell'alcool il dolore e l'orrore della Prima Guerra Mondiale, mentre Jack, il più giovane, sgomita per essere considerato grande e sogna l'amore di Bertha Minnix, la figlia del pastore locale, oltre a desiderare ardentemente la bella vita e le macchine veloci. Orgogliosi ed indipendenti, non vogliono sottostare a nessuno, e non hanno paura di farsi dei nemici. Nonostante gli anni seguenti, oltre agli strascichi della grande depressione e il Dust Bowl (che comunque interessò la Virginia marginalmente), furono durissimi per tutti, i Bondurant se la passavano bene. Finché il nuovo arrivato, l'agente Charlie Rakes, agli ordini del Procuratore Mason Wardell, comincia a dar loro una caccia spietata.

Lo avevo dapprima scartato, per essere onesti. Poi, ho riflettuto meglio: regia di John Hillcoat (The Road e innumerevoli collaborazioni con Nick Cave), sceneggiatura niente popo' di meno che di Nick Cave. Tratto dal libro La contea più fradicia del mondo (lodevole traduzione in italiano di The Wettest County in the World), scritto da Matt Bondurant, nipote di quel Jack e quindi ispirato ad una storia realmente accaduta, Lawless è una sorta di western che potremmo definire splatter per certi versi, e che credo andrebbe visto abbinato alla visione di Boardwalk Empire.
Sostenuto da un cast importante, il film ha pregi e difetti. I difetti, e dispiace dirlo, stanno nella sceneggiatura, che cerca forse un po' troppo incessantemente le scene ad effetto, approfondisce pochino i personaggi secondari, non convince fino in fondo. I pregi stanno nella regia, che riesce spesso ad orchestrare scene di una epicità non trascurabile.
Nel cast, che comprende Shia LaBeouf (Jack Bondurant), Tom Hardy (Forrest Bondurant), Guy Pearce (Charlie Rakes), Jessica Chastain (Maggie Beauford), Mia Wasikowska (Bertha Minnix), Gary Oldman (Floyd Banner), Noah Taylor (Gummy Walsh) e Dane DeHaan (Cricket Pate), spiccano su tutti un sempre più bravo e carismatico Tom Hardy (del quale, vedendo il film in originale, si apprezza pure l'impegno nell'accento sudista americano), e un Guy Pearce spettacolarmente odioso, nei panni di un personaggio memorabile, forse il suo migliore insieme al suo Leonard Shelby di Memento e ad Adam Whitely/Felicia Jollygoodfellow di Priscilla, la regina del deserto.

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