The Hour - di Abi Morgan - 2 stagioni (12 episodi; BBC) - 2011/2012
Inghilterra, 1956. Freddie Lyon è un giovane, ambizioso giornalista, devoto al credo della professione: dire sempre la verità, scavare fino in fondo, non mollare no matter what. Ma al momento si sente bloccato lavorando per il cinegiornale della BBC. Vorrebbe passare alla televisione, un mezzo che secondo lui ha enormi, inespresse potenzialità, rappresenta il futuro e la possibilità di arrivare a una moltitudine di persone. La sua più cara amica nonché collega (produttrice), Bel Rowley, con la quale condivide un rapporto complesso, di amore inespresso, necessità, rivalità, sfida, gelosia e quant'altro, è contattata da Clarence Fendley, un po' lo scopritore di entrambi, per affidarle la produzione di un nuovissimo newsmagazine, che viene chiamato The Hour. Freddie viene tenuto all'oscuro da Bel, finché scopre di essere stato da lei scelto per curare la parte delle notizie nazionali, mentre lui avrebbe ambito a quelle estere, che invece Bel affida all'esperta ex inviata di guerra Lix Storm. Freddie non la prende bene; ad aggravare la frizione tra i due amici per la pelle, la scelta dell'anchorman, che cade su Hector Madden, bello, ricco, affascinante, e che immediatamente "punta" Bel. La redazione viene completata da altri personaggi che cominciano a legare, fatta eccezione per Thomas Kish, un traduttore dall'arabo, al quale vengono affidate le traduzioni delle notizie che arrivano dall'Egitto: l'escalation della crisi del canale di Suez è dietro l'angolo.
Nello stesso tempo, Freddie viene avvicinato da Ruth Elms, una carissima amica, quasi una sorella, dato che la madre di Freddie era stata impiegata presso la casa dei genitori di Ruth (e Freddie stesso era stato ospitato dagli Elms durante la guerra). Ruth gli chiede di indagare sulla morte di Peter Darrall, un professore a lei molto legato, morte avvenuta pochi giorni prima. Elemento non secondario, il padre di Ruth, Lord Elms, è membro della Camera.
Sollecitato dal mormorio della rete e dall'amico Massi, mi sono avvicinato a questo prodotto della BBC proprio durante la messa in onda della seconda stagione, ma ho seguito religiosamente l'ordine cronologico. Sono quindi partito dalla prima stagione, e devo dire che, d'accordo con Sam Wollaston su The Guardian, ho trovato la partenza molto lenta, soprattutto i primi 3/4 episodi. La struttura è stata composta da sei episodi per stagione, con gli stessi episodi della durata di un'ora. Girato soprattutto in interni, la serie si potrebbe riassumere (come ho fatto nella top ten) con un Mad Men meets The Newsroom: una redazione intenta a cambiare le regole dell'informazione, ad "alzare l'asticella", scrollandosi di dosso l'informazione addomesticata dalle veline governative e dall'accarezzamento dell'opinione pubblica, ma calata nella fine degli anni '50 (quindi un po' precedente all'ambientazione principale di Mad Men), quindi nel pieno della Guerra Fredda, della paura nucleare, in un mondo ancora in divenire, dove l'informazione ancora stentava a diventare una parte importante della programmazione televisiva, e delle nostre vite. La Morgan, che, ricordiamolo, è una sceneggiatrice che per il cinema ha avuto risultati non sempre brillantissimi (è la sceneggiatrice di Brick Lane, di The Iron Lady, ma pure di Shame), ha forse presunto troppo inizialmente, innestando su queste storylines già abbastanza importanti, un'altra linea narrativa fondamentale, dal tono decisamente giallo. E', quindi, quasi fisiologico che l'intera struttura stenti a decollare. Ma se la prima stagione diventa davvero interessante e quasi incalzante solo verso il quarto episodio, la seconda, al contrario, è decisamente superiore fin dall'inizio, sia dal punto di vista delle scelte di regia, sia da quello dell'ampliamento dei caratteri dei personaggi anche secondari (qui sto pensando decisamente a quello di Marnie Madden, la moglie dell'anchorman Hector, interpretato dalla sempre più affascinante Oona Castilla Chaplin, che come ormai avrete capito sta diventando il mio oggetto del desiderio preferito, ma c'è da dire che anche il personaggio di Lix Storm, una superba Anna Chancellor, diventa importante più che nella prima stagione). Non ultimo, l'inserimento del personaggio di Randall Brown, interpretato da un sempre straordinario Peter Capaldi, attore che purtroppo da noi non è per niente conosciuto (ma che dovreste invece conoscere assolutamente, non fosse altro che per il suo favoloso Malcolm Tucker interpretato in In The Loop ed in The Thick of It). Il cast "fisso" è formato da Ben Wishaw (Io non sono qui, l'ultimo 007 - Skyfall - e prossimamente in Cloud Atlas) nei panni di Freddie Lyon, che fa un lavoro direi eccezionale, da Dominic West (il McNulty di The Wire, Centurion, 300, qui mi è parso appositamente ingrassato) che è Hector Madden, e da Romola Garai (Espiazione), che è anche lei molto brava nella parte di Bel Rowley. Rimarchevole anche il lavoro di Julian Rhind-Tutt nella parte di Angus McCain. Nella seconda stagione da segnalare anche l'innesto di Peter Sullivan (già visto in The Borgias, è il cardinale Ascanio Sforza) nei panni del comandante Stern, e di un paio di bellissime attrici inglesi quali Hannah Tointon (Kiki Delaine) e Hannah John-Kamen (Rosa Maria Ramirez). C'è anche Lizzie Brocheré (Camille), che ritroveremo a breve nel cast di American Horror Story - Asylum.
In definitiva, anche se a volte la sceneggiatura sembra dimenticarsi il quadro generale, soprattutto la seconda stagione è di grandissimo livello.
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