No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130111

Louie Louie, oh no

Louie - di Louis C.K. - Stagione 3 (13 episodi; FX) - 2012



Melissa Leo. Parker Posey. Robin Williams. F. Murray Abraham. Chloe Sevigny. Jay Leno. Jerry Seinfeld. Chris Rock. Paul Rudd. Susan Sarandon. E perfino David Lynch. Louie andrebbe visto solo per le special guests. Ma sarebbe ingiusto dire così e chiudere, perché come già avevo cercato di spiegarvi nella recensione delle prime due stagioni, la serie ideata, scritta, diretta, montata, prodotta ed interpretata nel suo ruolo più importante da Louis C.K., un tipo che io, prima di mettermi a vedere questa serie, non avevo mai visto e neppure sentito nominare, ma che invece negli USA è abbastanza conosciuto (se avete voglia, leggetevi questo articolo di Emily Nussbaum su The New Yorker, che loda la serie e definisce Louis C.K. "il miglior comico del Paese"), è veramente fuori da ogni schema narrativo. Se dicessimo che Louie fa ridere, non diremmo una bugia, ma neppure centreremmo il bersaglio. La cosa più difficile da far capire, è che la comicità di Louis C.K., e quindi di Louie, tenete conto che lo show è in parte autobiografico, è intelligente; ma è difficile credere che sia intelligente quando il protagonista comincia i suoi monologhi parlando di lui che vorrebbe scoparsi Scarlett Johansson, o quando ringrazia Susan Sarandon perché a undici anni, dopo averla vista nel Rocky Horror Picture Show, è andato a casa a farsi una sega. Così come quando spiega che a una certa età sarebbe interessante farsi trapiantare un cazzo più giovane. Molto dipende da come dice queste cose: Louis C.K. è troppo simpatico. E quindi, anche le cose più pesanti finiscono per non risultare di cattivo gusto. Louis C.K., e di conseguenze Louie il personaggio, è innocente, puro. Almeno, a me dà quell'impressione lì, e capisco che possa sembrare un paradosso colossale. Dopo aver visto le prime due stagioni, l'apparizione del maestro Lynch in un paio degli ultimi episodi della terza, in un ruolo spassoso e molto divertente, mi ha fatto mettere a fuoco una caratteristica che non avevo ancora realizzato bene: Louie è si divertente, ma è pure assurda (a partire dalle scelte di casting, a volte spiazzanti: la sorpresa di questa stagione è la ex moglie di Louie, che fin d'ora non si era mai vista, e che si "rivela" essere di colore, Susan Kelechi Watson), e assurdamente delicata. Mette in scena le paure più recondite dell'animo umano, sogni e tenerezze, dubbi, incertezze, gioie e dolori. L'episodio conclusivo, il season finale come si dice in gergo, dal titolo New Year's Eve, è straordinario (e straordinariamente - non - esplicativo: c'è tutto ed il contrario di tutto). Nonostante ciò, non vi dirò nulla in proposito, se non che cita uno dei migliori episodi della seconda stagione, quel Duckling "doppio" che tanto mi piacque l'anno passato.
Colonna sonora jazz, bravi e spontanei tutti gli attori (tutti quelli che non sono special guests o veri stand-up comedian), spettacolari Hadley Delany (Lily) e Ursula Parker (Jane), le figlie di Louie, bravissime e deliziose (la Parker, la più piccola, è stata nel cast di Rabbit Hole e di ...e adesso parliamo di Kevin, ed è una violinista fenomeno).
Ecco, potrei proseguire e cercare ancora qualche bella parola, ma non credo riuscirei a descrivere meglio quel che Louie offre. Forse Louis C.K. è il nuovo Woody Allen. Forse. E, guarda caso, anziché fare cinema sta facendo televisione. Concludo ringraziando ancora chi mi ha fatto conoscere questa serie (lui sa chi è), e spero di avervi incuriosito.
La quarta stagione andrà in onda nel 2014. Avete tutto il tempo di recuperare.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non resta che mettermi in pari

Bu