Sunn O))) + The Secret, TPO Bologna, sabato 25 gennaio 2020
Aprono i friulani The Secret, per me una sorpresa, e da me apprezzati. Approccio pesante, un black metal che sfocia nel grindcore a tratti, peccato per la resa sonora non al top. Bravi comunque.
Subito dopo, palco allestito, un paio di tastiere e tanti, tanti ampli, con le luci basse inizia il fumo da ghiaccio secco, ed una nenia pseudo-orientaleggiante, con una voce femminile che ricorda i mantra buddisti. Si va avanti così per oltre mezz'ora, sforando di altrettanto l'inizio del concerto, finché il fumo ormai acceca i presenti. Finalmente ecco O' Malley ed Anderson, accompagnati da tre musicisti (il tutto si intuisce appena, ma ovviamente, si sente), ed inizia un drone infinito, con una variazione sul tema, l'innesto del trombone verso metà concerto. Oltre un'ora e mezzo di vibrazioni che somigliano ad un terremoto (la struttura e l'acustica del locale, luogo ormai di culto ed al quale voglio mandare un grazie per le perle che ci ha permesso di vedere, ma non certo il massimo per questo tipo di esperienza sonoro-sensoriale), per descrivere la quale non serve ne raccattare la scaletta da qualche parte o provare ad usare una lunga lista di aggettivi, metafore, o parole che provano a dipingere emozioni: i Sunn O))) andrebbero visti almeno una volta nella vita, dal vivo, magari sgombrando la mente da pensieri (tipo piove, devo guidare per 2 ore e mezzo fino a casa ed è tardi), lasciando che anche il tuo corpo "viva" questa esperienza, un po' come quando ti metti a vedere un film di Lynch.
The stage is simple, a couple of keyboards and many, many amps, with low lights, the smoke from dry ice begins, and a pseudo-oriental chant, with a female voice reminiscent of Buddhist mantras. It goes on like this for over half an hour, going as far as the start of the concert, until the smoke now blinds the audience. Finally here is O'Malley and Anderson, accompanied by three musicians (you can only guess everything, but obviously you can hear it), and an infinite drone begins, with a variation on the theme, the trombone graft towards the middle of the concert. Over an hour and a half of vibrations that resemble an earthquake (the structure and acoustics of the venue, now a place of worship and to which I want to send a thank you for the pearls that allowed us to see, but certainly not the best for this type of sound-sensorial experience), to describe which you don't need to write the set list or try to use a long list of adjectives, metaphors, or words that try to paint emotions: the Sunn O)))) should be seen at least once in your life, live, perhaps clearing your mind of thoughts (damn it's raining, I have to drive for 2 and a half hours home and it's late), letting your body also "live" this experience, a bit like when you start watching a Lynch movie.
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