Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Il film racconta gli eventi accaduti a Salamanca nella seconda metà del 1936 attraverso il filo conduttore del conflitto politico e personale dello scrittore e filosofo Miguel de Unamuno fin dalla proclamazione, la mattina del 19 luglio, che "lo stato di guerra è dichiarato a Salamanca e, con l'aiuto di Dio, in tutta la Spagna» e il suo iniziale appoggio alla parte ribelle (che significa la sua destituzione il 22 agosto da rettore a vita dell'Università decretata dal presidente della Repubblica Manuel Azaña) fino a quando alla fine del film, torna in macchina a casa sua in via Bordadores accompagnato dalla moglie di Francisco Franco, Carmen Polo, dopo la conclusione dell'atto di apertura dell'anno accademico tenutosi in quello che allora era noto come "Día de la Raza" (12 ottobre ) nell'auditorium dell'istituto e la sua morte nel pomeriggio del 31 dicembre dello stesso anno.
Si riprende, a mio parere, dopo il passo falso di Regression del quale abbiamo parlato ieri, il regista spagnolo, con un tema scottante, una delle tante storie che portarono al regime franchista, e il "ritiro" dell'appoggio a tale regime da parte di un famoso intellettuale spagnolo dell'epoca. Aiutato da un cast spagnolo importante, il film è vibrante e riesce a restituire la probabile atmosfera di quei tempi.
In my opinion, after the misstep of Regression we talked about yesterday, the Spanish director came back on track, with a burning issue, one of the many stories that led to the Franco regime, and the "withdrawal" of support for that regime from part of a famous Spanish intellectual of the time. Aided by an important Spanish cast, the film is vibrant and manages to restore the probable atmosphere of those times.
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