Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Prima l'accusa di traffico di virus, poi una campagna stampa ignominiosa. Irene Colli, scienziata di fama internazionale, e un assurdo caso di cattiva giustizia. Si dimette dal suo incarico parlamentare per dirigere un centro di ricerca di eccellenza presso l'Università della Florida. Una scelta difficile quella fatta per proteggere la sua famiglia e il suo lavoro dall'ignominiosa accusa di traffico di virus, risoltasi poi con l'assoluzione dopo che nessun magistrato si era degnato di ascoltarla.
La storia, liberamente tratta dal libro autobiografico di Ilaria Capua Io, trafficante di virus. Una storia di scienza e di amara giustizia, aveva un potenziale immenso. Purtroppo, ne esce fuori un film abbastanza piccolo, complice, come direbbe Stanis La Rochelle, l'essere troppo italiano: poco dinamico, mal recitato, ingessato e pieno di luoghi comuni. Non so come descriverlo meglio, ma so che avete capito.
The story, freely taken from Ilaria Capua's autobiographical book "Io, trafficante di virus. Una storia di scienza e di amara giustizia" (I, virus trafficker. A story of science and bitter justice), it had immense potential. Unfortunately, the result is a fairly small film, thanks, as Stanis La Rochelle (one of the main characters of Boris, italian TV series) would say, to being too Italian: not very dynamic, poorly acted, plastered and full of clichés. I don't know how to describe it better, but I know you get it.
Nessun commento:
Posta un commento