La ardilla roja - di Julio Medem 1993
Giudizio sintetico: si può perdere
Jota soffre di pene d'amore, e una notte è sul punto di sucidarsi buttandosi giù dalla scogliera di Donostia (o di San Sebastián, se preferite), davanti a casa sua. Ma succede che, inseguita da una macchina, una ragazza in moto sbatte contro il corrimano e fa un volo impressionante. Jota la soccorre, non si è fatta granché, ma ha perso la memoria. Jota la accompagna in ospedale, e si spaccia per il suo ragazzo, dando di lei generalità false e chiamandola Lisa, come la ragazza che lo ha appena lasciato. Quando è chiaro che la ragazza non ricorda niente, Jota la fa uscire dall'ospedale con uno stratagemma, e la porta in vacanza in un camping su un lago, dove si inventerà un passato insieme a lei. Ma l'amnesia può anche passare...
Secondo lungometraggio di Medem, che, per sua ammissione, scrive una storia più appetibile commercialmente (inizialmente ogni produzione aveva rifiutato di fargli fare Vacas, che a mio giudizio è migliore di questo), ma la realizza in modo peggiore.
La storia è surreale, con diverse forzature, alcune quasi insostenibili, ma riesce ad avvincere lo spettatore, fosse solo per curiosità. La fotografia è ben fatta. Però, gli "effetti" sono pessimi, le recitazioni (tutte) ingessate, c'è pochissima "dinamicità" nonostante spesso la pellicola abbia, nel mix che mette in piedi, velleità d'azione. Continuano a non piacermi quasi tutti gli attori che Medem sceglieva all'inizio. Di questo film salvo solo una brava, giovane e bellissima María Barranco (Donne sull'orlo di una crisi di nervi). Coincidenze e amori predestinati, come sempre, i temi conduttori.
1 commento:
Perche non:)
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