No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20091005

whatever works


Basta che funzioni - di Woody Allen 2009


Giudizio sintetico: da vedere


Boris Yellnikoff è uno scienziato sui sessant'anni, come dice lui "quasi premio Nobel", specializzato in meccanica quantistica, ex insegnante, che dopo aver tentato il suicidio viene lasciato dalla moglie Jessica, e decide quindi di vivere alla giornata nella sua New York da solo, frequentando gli amici intellettuali, non interessandosi alle donne e, per vivere, insegnando scacchi ai bambini.

Boris è una specie di pessimista cosmico: brontolone, insopportabile a volte anche per gli amici più cari, tratta male tutti, è convinto che l'umanità è destinata all'estinzione perchè l'essere umano è cattivo; ridicolizza le religioni, ed è fortemente razionalista. In poche parole, ha una mente eccelsa, ma un carattere di merda.

Una sera, rientrando a casa, si impietosisce davanti a Melodie, una ventenne proveniente dal Sud degli States, scappata di casa per fuggire da una situazione di bigottismo insopportabile e da due genitori totalmente svalvolati, che gli chiede qualche soldo per mangiare, ed è nascosta sotto un cartone. Boris la fa salire nel suo appartamento, e Melodie, col passare dei giorni, diventerà una presenza imprescindibile.

I due si sposano, nonostante l'iniziale sbigottimento di lui, e il rapporto sembra funzionare. Finchè, un bel giorno, bussa alla porta del loro appartamento Marietta, la madre di Melodie, alla quale il matrimonio non piace per niente...


Sono felice di dirvi, dopo qualche anno e diversi film inguardabili, che Woody Allen il maestro è di nuovo in corsa. In breve, potremmo definire questo Basta che funzioni un film divertentissimo sull'amore e sulle relazioni (di ogni tipo), apparentemente pessimista, in realtà con un approccio fatalista ma positivo. Sono uscito dal cinema sentendo l'urgenza di chiamare la persona con la quale in questo momento vorrei avere una relazione, e dirle tutto quello che non ho ancora avuto il coraggio di dirle, per vedere se potesse funzionare. Poi mi sono ricordato che è fidanzata con un altro, ed ho desistito. Ma questa, come si dice, è un'altra storia. Torniamo a Woody e a Whatever Works.

Allen torna a New York, e verrebbe da dire finalmente, vista la riuscita così così dei film girati lontano dalla Grande Mela; come sempre la riprende come chi la ama, negli angoli anonimi ma romantici ed intimisti. La macchina da presa lavora vorticosamente, e soprattutto, Allen osa l'inosabile: non solo il protagonista Boris, interpretato in maniera scoppiettante dall'amico Larry David, guarda in macchina spesso e volentieri, ma addirittura si rivolge proprio agli spettatori, sia per scandire le sue filippiche (un paio davvero troppo debordanti, questo va detto), sia per sottolineare che "di là" ci sia gente che ha pagato il biglietto (per poi essere regolarmente preso per pazzo dagli amici e conoscenti). Espediente che solo i grandi sanno padroneggiare, e che Allen aveva usato, seppur con parsimonia, e che qui raggiunge livelli davvero rischiosi (fa parte di quelle regole che, pare, portino pure sfortuna, oltre che essere fuori dagli schemi): il risultato è buono, ed ingigantisce (a livello di comicità) la serie davvero lunga di dialoghi caustici ma divertenti, e delle battute micidiali, che in questo film tornano a far ridere sul serio, come "ai vecchi tempi".

La storia è relativamente semplice, e molto vicina alla realtà medio-borghese. Le relazioni vanno e vengono, l'ambiente cambia le persone e le aiuta a scoprire veramente se stessi, le coppie con grande differenza d'età si vedono sempre più spesso. Allen butta lì qualche spiegazione, ma non vuole essere dogmatico. Alla fine, il senso del titolo, e del ragionamento elaborato e ripetuto da Boris, è in realtà tutto fuorchè un dogma.

Quindi, come già detto, il film è molto divertente, e può innescare una sottile riflessione sull'amore, unita ad un senso di malinconia, che se presa a piccole dosi, non fa mai male. Il cast, ben assortito, va alla grande, e Woody dimostra che, se vuole, se si impegna, non ha ancora perso la mano, ed è sempre un gran bel direttore d'orchestra. Già detto del protagonista, da segnalare l'ennesima bella prova di Patricia Clarkson (Marietta), ma soprattutto la prestazione da Oscar, si, lo ripeto, da Oscar, di Evan Rachel Wood, nei panni di Melodie. Questo ruolo dimostra che la giovane biondina è capace di recitare e di riuscire in qualsiasi ruolo: qui è fantastica nel ruolo della mezza tonta alle prese con una mente troppo grande per lei. Dopo Thirteen, Across The Universe e The Wrestler, siamo davanti ad una grande promessa.

Bentornato Woody!

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