Il silenzio dopo lo sparo - di Volker Schlöndorff 2002
Giudizio sintetico: da vedere
Rita Vogt, intorno all'inizio degli anni '70, era una militante del gruppo anarchico 2 giugno, attivo a Berlino Ovest; il gruppo rapinava banche distribuendo cioccolatini, per finanziare la lotta proletaria. Dopo un'evasione di un loro membro da una prigione dell'Ovest, organizzata dal gruppo per non essere sanguinaria ma finita con un morto, il gruppo viene aiutato dalla Stasi, che aveva preso contatti con Rita in uno dei suoi rientri dal Libano. Inizialmente la Stasi fornisce loro protezione, e diversi di loro riparano a Parigi, ma le cose vanno piuttosto male anche lì, e il gruppo si sta sfaldando anche ideologicamente. Ancora una volta, la Stasi offre loro l'opportunità di cambiare identità, trovare lavoro e alloggio nella Germania Est. Alcuni accettano, altri no. Rita accetta, ed inizia la propria seconda vita nella Germania socialista. Il passato però, è un fardello pesante.
Interessante questo film di Schlöndorff, famoso per Il tamburo di latta, adattamento per il cinema del famoso libro di Günter Grass, e per essere stato il secondo marito di Margarethe von Trotta. Sicuramente ispirato a una storia vera, non sappiamo quanto romanzato, non stentiamo a credere che molte storie di ex terroristi o attivisti di estrema sinistra siano andate così. Sicuramente affascinanti, seppur tragiche e spietate al tempo stesso, le storie, in questo caso la storia di Rita, è anche spunto di riflessione sul fallimento del socialismo reale. Uno dei punti salienti del film è quando, dopo la decisione di Rita di cambiare vita, il personaggio di Erwin Hull (un glaciale Martin Wuttke: pensate, è Hitler in Inglourious Basterds di Tarantino, è stato Goebbels in Rosenstrasse della Von Trotta) le dice: "Noi siamo per la gente. E quindi, anche contro di loro".
Fotografia quasi "grigia", d'epoca, regia diligente ma non scontata, buona prova del cast, ottima quella della protagonista, Bibiana Beglau, nei panni di Rita, col giusto equilibrio tra voglia di vivere, idealismo e malinconia.
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