No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20120408

latte


Sut - di Semih Kaplanoglu (2008)

Giudizio sintetico: da vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: l'amore un ha stagioni

Yusuf è all'incirca diciottenne, e vive con la madre in una decentrata regione della Turchia, non lontana però da Smirne. Ha concluso le scuole superiori, e sta tentando di passare l'esame di ammissione per l'Università. Insieme alla madre, cercano di far quadrare il bilancio vendendo soprattutto latte e, in misura minore, formaggio, dandosi da fare il più possibile, andando presso tutti i mercati, vendendo il latte porta a porta. Yusuf però, in realtà, scrive poesie, ed è riuscito a pubblicarne alcune su riviste lette esclusivamente da appassionati. La madre Zehra, vedova da anni, è però ancora una bella donna; e quando tra lei ed il capostazione (anche lui vedovo, con una figlia più piccola di Yusuf) scocca la scintilla, comincia una relazione che i due cercano di tenere nascosta. Ma Yusuf se ne accorge casualmente, e la cosa lo destabilizza...

Seconda parte della Trilogia di Yusuf del turco Kaplanoglu, con un passo indietro nella vita del protagonista. Stesso tocco poetico-bucolico, stesso ritmo lento (c'è da dire, forse, che tra i tre film della trilogia, questo è quello che procede più spedito), forse un eccessivo uso di simbolismi un po' troppo criptici, ma nonostante questo, il regista riesce perfettamente a raccontare allo spettatore l'inquietudine del passaggio dall'adolescenza all'età adulta, unita a quella della speranza in un futuro migliore, nella realizzazione delle proprie aspirazioni artistiche, e la frustrazione di non riuscire a vedere più in là di un orizzonte che si percepisce troppo stretto. Piccolezze che contribuiscono a farne uno di quei film che piacciono agli appassionati: torna la stupenda Saadet Aksoy, ma nella parte di un altro personaggio, che non c'entra apparentemente niente con quello interpretato in Yumurta; piccola parte per Tulin Ozen, che se non vado errato, sarà l'unica ad apparire in tutti e tre i film della trilogia (anche lei in parti diverse). Paesaggi duri ma affascinanti, una fotografia non eccezionale, alcuni interpreti non troppo a loro agio, ma nel complesso un buon film, con quel tocco di assurdità che piace, anche se, come anticipato, forse il meno bello dei tre. Yusuf è qui interpretato da Melih Selcuk, non eccezionale ma con una bella faccia, mentre la madre Zehra è interpretata da Basak Koklukaya che, pensate un po', era in Il bagno turco, il debutto di Ferzan Ozpetek del 1997, e in Un tocco di zenzero, film greco uscito in Italia nel 2005.

3 commenti:

giulia ha detto...

Bisogna proprio che li recuperi!!
un abbraccio e buona Pasqua!^_^

p.s. L'hai visto "Un cuento Chino"?

jumbolo ha detto...

anche a te! si
http://fassbinder.blogspot.it/2011/11/un-racconto-cinese.html

giulia ha detto...

;-)

bellissimo!