No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130609

i tre di West Memphis

Paradise Lost: The Child Murders at Robin Hood Hills (1996)
Paradise Lost 2: Revelations (2000)
di Joe Berlinger e Bruce Sinofsky
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)

Il 6 maggio 1993, a West Memphis, Arkansas, dopo una ricerca di quasi 20 ore, vengono ritrovati i corpi di tre bambini di 8 anni, Steve Branch, Michael Moore e Christopher Byers. Erano in un fosso, seminudi, picchiati, legati con le stringhe delle loro scarpe, qualcuno parzialmente mutilato. Evidentemente troppo "grande" come crimine per la polizia di una cittadina relativamente piccola come West Memphis, la polizia non mette in sicurezza la zona del ritrovamento - la scientifica si recherà sul posto solo otto giorni dopo -, e conduce un'inchiesta breve ma viziata da forti pregiudizi. Il luogo del ritrovamento viene etichettato come  scena di un rito satanico, e vengono individuati in particolare due ragazzi del posto che vestivano sempre di nero, e che amavano la musica heavy metal, Damien Echols, 18 anni all'epoca, e Jason Baldwin, suo caro e inseparabile amico, di 16 anni. Echols aveva dei trascorsi problematici (malattia mentale e furti, questi ultimi insieme a Baldwin), aveva frequentato la religione Wicca, ed in breve, la polizia, grazie a testimonianze rivelatisi completamente inventate, tralasciando altre piste, e soprattutto torchiando per oltre 12 ore un loro comune amico, Jessie Misskelley Jr., 17 anni e un quoziente intellettivo particolarmente basso, al limite per essere considerato ritardato, ottennero una confessione che faceva acqua da tutte le parti, e che fu, in seguito, considerata estorta e completamente rispondente a qualsiasi domanda i poliziotti facessero, solo per togliersi da tutta quella pressione, incriminarono i tre adolescenti. Andarono in scena due processi separati, il primo a carico di Misskelley e il secondo a carico degli altri due, che portarono alla loro completa incriminazione. Misskelley fu condannato all'ergastolo più due altre condanne a vent'anni, all'ergastolo fu condannato anche Baldwin, mentre Echols fu condannato alla pena di morte per iniezione letale. Berlinger e Sinofsky seguirono il caso fin dall'inizio, intervistando sia gli accusati e le loro famiglie, sia le famiglie delle vittime, ed ebbero accesso ai processi e perfino nelle sale riservate agli accusati e alle riunioni strategiche degli avvocati. Il primo film-documentario (tutti e tre i documentari della "serie" sono stati prodotti per HBO), scatenò reazioni forti nell'opinione pubblica, senza contare che i due realizzatori entrarono direttamente nello svolgimento del processo (consegnarono alla polizia un coltello che il patrigno di una delle vittime, decisamente uno dei protagonisti dei due documentari dei quali parliamo, John Mark Byers, regalò loro; il coltello recava tracce di sangue sulla lama, e per la prima volta tale arma aprì nuovi scenari sui possibili colpevoli del pluri-omicidio). Si formò, proprio in seguito all'emissione del primo documentario, un'associazione a sostengo dei tre condannati, che mosse anche dei soldi, che contribuirono ad assumere avvocati migliori, e creò una spinta che contribuì al riesame dei fatti con altri appelli per la riapertura del caso. 


Se il primo documentario arriva fino alle condanne dei tre di West Memphis, il secondo, sottotitolato Revelations, segue da vicino il gruppo di sostegno ai tre, che organizza ciclicamente chat di domande e risposte con telefonate in diretta a Damien Echols nel braccio della morte, l'appello dello stesso Echols per la riapertura del caso ed un nuovo processo, e le peripezie di John Mark Byers, personaggio a dir poco strano, che poco a poco da protagonista diventa un possibile sospettato. Durante l'appello, l'ingresso alle telecamere viene vietato, molto probabilmente a causa dell'enorme eco avuta dai primi processi proprio per la troupe HBO che li seguiva, eppure questo ping-pong tra accusa e difesa, la maestria dei due registi nello scavare nei primi piani dei protagonisti, riuscendo a creare definitivamente un personaggio quale Echols, in seguito divenuto poeta, paroliere per i Pearl Jam, amico di Johnny Depp, e che si è sposato con una delle attiviste del gruppo di supporto, anche Revelations risulta appassionante. I documentari, pur lunghi oltre due ore ciascuno, risultano avvincenti, e, insieme a Purgatory (qua vi parlai del terzo, candidato all'Oscar nella sua categoria, che è stato il primo visto e per me una rivelazione), formano un trittico secondo me irrinunciabile, per molte ragioni, non ultima quella che indica nell'indignazione di una parte dell'opinione pubblica per un caso lampante di condanna ingiusta, una cosa necessaria ed eticamente imprescindibile.
La cosa più triste è senza dubbio che, a 20 anni di distanza, non si è ancora riusciti a trovare il colpevole di un triplice omicidio così efferato e soprattutto, perpetrato su tre bambini, ma messo da parte ciò per un momento, i documentari della serie Paradise Lost sono decisamente interessanti. In entrambi i casi, la musica è quella dei Metallica; partendo dal fatto che la band statunitense era la preferita dai tre condannati, i due registi hanno chiesto alla band il permesso di usare i loro pezzi. I Metallica hanno acconsentito per la prima volta, e questo ha portato poi i due registi a collaborare con la stessa band per la realizzazione di Some Kind of Monster nel 2004.

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