No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130622

testa a testa


Io, davvero, non so se ci credete, ma a volte mi commuovo pensando che esiste una televisione come questa, e non nel senso questa Al Jazeera, ma questa nel senso di buona televisione, perché sono arciconvinto che ce ne sono altre di questo livello. Come vi ho già accennato, da poco più di un anno, nel mio condominio abbiamo installato una parabola e un decoder per il digitale terrestre. Una delle prime sere, mi son fatto un giro su tutti i canali disponibili, e tra tutti, ho scelto questa, appunto, Al Jazeera International, in inglese. Dopo questo tempo, sono ancora convinto che sia una delle migliori scelte che potevo fare. E intendiamoci, non mi soffermo molto a guardare i programmi, perché solitamente accendo la tele e metto su un film o una serie. Eppure, questo canale sforna programmi estremamente interessanti, attuali, onesti, giornalisticamente validissimi, equilibrati, educativi. In questi due ultimi venerdì mi sono soffermato su un programma che mi ha avvinto, quantunque non padroneggi così bene l'inglese da capire ogni sfumatura del dibattito. 
Sto parlando di Head to Head, appunto, un'ora circa di "testa a testa": un personaggio importante, un intellettuale di livello internazionale, e un conduttore, Mehdi Hasan, nella foto, giovane ma già espertissimo giornalista inglese (33 anni, co-autore della bio di Ed Miliband, e political editor della versione inglese dell'Huffington Post; su Al Jazeera lo avevo già visto condurre diverse puntate di The Café, un appuntamento dove si radunavano intorno ad un tavolo e a delle bevande, tutto tipico, persone comuni e politici di nazioni varie, non solo arabe, a discutere della situazione politica - si partì con quelle della primavera araba, ma ho visto una puntata in Grecia -) di chiare origini arabe, che con stile ed educazione, ma senza nessun timore reverenziale, incalza l'ospite con domande a raffica su temi delicatissimi. Uno studio elegante, un pubblico che quasi non si sente ma c'è, e come, e una serie di domande finali a "disposizione" proprio del pubblico. La settimana scorsa, c'era Bernard-Henry Lévy che col suo ciuffo ribelle da filosofo-dandy rispondeva ad una serie che pareva infinita di domande, astute ma soprattutto, lo ripeto, rivolte con educazione e fermezza, sull'esportazione della democrazia (parte tutto dal fatto che, pare, Lévy sia stato quello che ha convinto Sarkozy a lanciare l'operazione anti-Gheddafi). Ieri sera c'era Irshad Manji, scrittrice canadese di origini ugandesi, musulmana e lesbica, attivista del movimento gay e fustigatrice dell'estremismo islamico, che rispondeva con passione ribattendo colpo su colpo al sempre bravissimo Hasan.
Veramente, quando vederemo cose di questo genere su una qualsiasi televisione italiana, sarà sempre troppo tardi.

Nessun commento: