No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130225

Анна Каренина

Anna Karenina - di Joe Wright (2013)
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)

Nella seconda metà del 1800, in Russia è ancora forte l'influenza francese tra le classi elevate, e la società stessa è enormemente livellata, appunto in classi sociali. A San Pietroburgo, Anna Karenina, donna bellissima, è sposata ad Aleksei Aleksandrovic Karenin, un politico molto influente e molto religioso. Hanno un figlio, Serhoza, ma il loro legame è molto formale e per niente passionale, seppure Karenin non possa essere definito un cattivo marito. E' in corso una crisi familiare, Stepan Arkadic Oblonskij detto Stiva, fratello di Anna, ha tradito la moglie Darja Aleksandrovna detta Dolly, e Anna accorre a Mosca, dove i due vivono, per convincere Dolly a non lasciare Stiva. Sul treno per Mosca Anna conosce la contessa Vronskij; le due familiarizzano, all'arrivo la contessa le presenta il figlio ufficiale Aleksej. Tra i due scocca una scintilla, anche se un terribile evento raffredda la situazione: un operaio muore sotto lo stesso treno dove viaggiavano le due.
Stiva, quasi contemporaneamente, riceve la visita dell'amico Konstantin Dmitric Levin, grande proprietario terriero dal cuore nobile, che gli chiede consiglio per proporre matrimonio alla sorella di Dolly, Katerina Aleksandrovna Scerbackaja detta Kitty, della quale è perdutamente innamorato. Stiva lo incoraggia, ma quando Levin si propone, Kitty rifiuta e lui si rende conto che la stessa giovane sta aspettando la proposta dell'affascinante Vronskij; a quel punto, Levin depone ogni speranza, lascia Mosca e se ne torna in campagna cercando di dimenticare il dispiacere, meditando, e addirittura aiutando i suoi contadini col lavoro nei campi. Ma Vronskij delude e ferisce Kitty, essendo ormai preso completamente da Anna Karenina. Anna comprende di essere anche lei presa da Vronskij, ma inizialmente rimane impaurita dai suoi sentimenti, e risolto l'assunto familiare, torna a San Pietroburgo dal marito e dal figlio. Non è che l'inizio.

Come spesso capita, non mi sentivo per niente attratto da un'ennesima rivisitazione dell'epico romanzo (che non ho letto, ma adesso sento di doverlo fare, prima o poi) di Lev Tolstoj, probabilmente perché la versione teatrale di Nekrosius che avevo visto alcuni anni fa mi aveva devastato, e pure perché l'ultima prestazione di Keira Knightley non mi aveva affatto convinto. Poi, incuriosito dal breve ma accattivante commento di Dantès, mi ci sono tuffato, e devo dire che ci ho sguazzato alla grande per un paio d'ore senza mai staccare, e dico questo perché gli anni passano e quando si cede alla tentazione (del divano, di vedersi i film a casa), può pure accadere che si progetta di vedersi un film da due ore in due parti, visto che il sonno è sempre in agguato. Sceneggiato dall'espertissimo Tom Stoppard, musicato egregiamente dal pisano Dario Marianelli (è sempre bene mettere i puntini sulle i), già in odore di Oscar e, con questa colonna sonora, ancora nominato, Joe Wright (Espiazione, Il solista, Orgoglio e pregiudizio; rischio di divagare troppo, lo so, ma due di questi mi rendo conto solo adesso di averli visti in aereo, e qui potremmo aprire un dibattito, o solo un frequent flyer io oppure Joe Wright si presta alle altezze celesti), con una intuizione che oserei definire geniale, se non fosse per il precedente eccellente di Dogville di Von Trier, mette in scena la sua versione di Anna Karenina come se fosse in teatro, ambientando le scene in interni (quindi la stragrande maggioranza) in un teatro e facendo addirittura muovere i fondali a vista. Il film è quindi molto movimentato, ma pure fastoso come gli si richiede, e riesce comunque a non far perdere di vista le due storie principali. Wright lavora bene e fa lavorare bene i suoi attori, si affida a due sue vecchie conoscenze, la Knightley nei panni di Anna Karenina che convince nuovamente, e Matthew Macfayden (i due erano entrambi nel suo Orgoglio e pregiudizio) nella parte di Stiva (e ditemi se non è la versione leggermente più giovane di Tom Hanks), e compie scelte sorprendenti per il resto del cast, che però funzionano tutte alla perfezione. Potrebbe volerci un secolo, però, qualcuno va citato. Jude Law è un ottimo Karenin, Aaron Taylor-Johnson è bravo nella parte di Vronskij e fa dimenticare il suo fiasco ne Le belve, poi ci sono Kelly Macdonald (Dolly), Olivia Williams (la contessa Vronskij), Alicia Vikander (Kitty), appena vista in A Royal Affair e pure stavolta molto brava anche se con un minutaggio di molto inferiore, Tannishtha Chatterjee (Masha) vista già in Brick Lane, Holliday Grainger (una baronessa a caso), la Lucrezia Borgia di The Borgias, Emily Watson (Lidija Ivanovna), Bill Skarsgard (Makhotin), fratello di Alexander e figlio di Stellan (che ha altri due figli attori e uno che lavora ugualmente nel cinema), Shirley Henderson (una delle mogli indispettite dalla presenza di Anna a teatro), ma il mio personale premio all'outsider va a Domhnall Gleeson (si, è il figlio di Brendan, anche lui quattro figli tutti nel cinema), che, aiutato anche dalla parte (è Levin, un personaggio talmente puro che mi commuovo solo a ripensarci), fa un grande lavoro.
"Si può vedere" perché comprendo che non tutti abbiano voglia di sorbirsi una storia quantomeno già sentita, ma 3,5 su 5 perché è una bella idea.

Nessun commento: