No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130226

The Company You Keep

La regola del silenzio - The Company You Keep - di Robert Redford (2012)
Giudizio sintetico: si può perdere (2/5)

Ben Shepard è un giovane, capace e ambizioso reporter di provincia (stato di New York), in cerca del grande scoop. Jim Grant è un anziano avvocato di Albany, New York, rimasto vedovo da circa un anno, che sta crescendo la figlia Isabel, undici anni (la moglie era molto più giovane di Jim), da solo.
Quando viene arrestata Sharon Solarz, ex militante del gruppo radicale di sinistra Weather Undergound, Ben si tuffa sulla storia. Tramite una fonte all'FBI, e una simpatia che il giovane ispira nell'anziana militante, arriva a Jim, ma inizialmente non riesce a comprendere la connessione.
L'accusa per la donna è di aver partecipato ad una rapina commessa dal gruppo, e quindi, dato che durante la rapina rimase uccisa una guardia giurata, di omicidio. Quando l'inchiesta comincia a scavare più a fondo, Jim, anche lui membro del gruppo, e che vive con una nuova indentità da ormai 30 anni, capisce che manca poco perché arrivino a lui, quindi prende Isabel e fugge. Ben, che nel frattempo ha scoperto altre cose su altri componenti del gruppo, anche loro ancora vivi e con nuove identità, sparsi per gli USA, rimane soprattutto su Jim; ma più lo insegue, più capisce che c'è qualcosa che non quadra. L'uomo non si comporta come se fosse colpevole.

Il nuovo film da attore e regista del grande Bob Redford, che all'ultimo Festival di Venezia ha riscosso un discreto successo, è uscito sotto Natale da noi, ma non ancora negli USA. Nonostante il tema, che parrebbe delicato, personalmente non mi è parso ne particolarmente indigesto per il pubblico statunitense, e al tempo stesso non mi è parso neppure un gran film. A dispetto del cast ben fornito e di tutto rispetto, parrebbe voler affrontare il tema del pentimento, ma in realtà è solo una sorta di poliziesco (con una trama a mio parere troppo complicata) con un fondo di militanza di sinistra. Non si percepisce tutta la tensione che racconta la trama, perché in realtà si capisce immediatamente che il personaggio interpretato da Redford (che appare stanco, e soprattutto per quello che è: un vecchio, e francamente vederlo con una figlia di undici anni fa ridere) è innocente e che sta solo cercando di essere scagionato, e Shia LaBeouf (Ben Shepard) sarà pure carino (a me non pare), ma da qui ad essere un attore convincente, soprattutto in una parte più cerebrale ed emozionale che d'azione come questa, ce ne corre.
Appaiono quindi sprecati attori come Julie Christie (Mimi Lurie), Brendan Gleeson (Henry Osborne), Richard Jenkins (Jed Lewis), Stanley Tucci (Ray Fuller), Chris Cooper (Daniel Sloan), Anna Kendrick (Diana), Terrence Howard (Cornelius) e la mitica Susan Sarandon (Sharon Solarz). L'unico che riesce, per un attimo, a risollevare il film dal torpore diffuso, è un Nick Nolte sempre "all'attacco" (Donal); mi ha fatto molto piacere invece rivedere Brit Marling (Another Earth), nei panni di Rebecca Osborne.

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