Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)
Africa sub-sahariana, forse in Congo, non si sa quale dei due. Komona, 14 anni, incinta, racconta la sua storia a suo figlio, che ancora deve nascere, e al quale confessa candidamente di non sapere se riuscirà ad amarlo. Se vi chiedete perché, anche voi dovreste conoscere la storia di Komona.
Due anni prima, viveva nella più assoluta povertà, ma felice, in un villaggio fatto di stracci e capanne in riva al grande fiume, quando arrivarono i ribelli. Uccisero quasi tutti, ma non lei. A lei, il Comandante fece qualcosa di peggiore: le fece uccidere con un mitra i suoi stessi genitori, minacciando, se non l'avesse fatto, di ucciderli col suo machete. E lei li uccise, piangendo. Ma i fantasmi dei suoi genitori la seguono ovunque, e lei capisce che li deve seppellire. Ma non può, perché i ribelli l'hanno presa con loro, e l'hanno fatta diventare una bambina-soldato. Komona sopporta continue umiliazioni, finché accade un fatto che i compagni d'armi giudicano straordinario (mentre per lei dipende solo dalle sue "visioni"): per tutti, da quel momento, diventa una strega di guerra. Nessuno si permetterà più di umiliarla, e Magicien, l'unico che fino a quel momento le aveva mostrato interesse, simpatia e comprensione, le starà sempre più vicino. Finché, un giorno, i due, ormai innamorati, si allontaneranno dai ribelli; Magicien la vuole sposare, e nonostante Komona si metta a ridere, Magicien le dimostrerà di fare sul serio. Ma il Comandante ed i suoi uomini riescono a riprenderli.
Una sorpresa totale, per me, questo quarto lungometraggio del canadese Kim Nguyen, del quale non avevo mai sentito parlare. Un film, questo, che è il classico pugno nello stomaco, e che ci ricorda che, tra gli altri, esiste sempre questo problema, quello dei bambini-soldato, che esisterà sempre finché i governi dei paesi "ricchi" agiranno considerando l'Africa poco più che un serbatoio di risorse naturali e manodopera a prezzi stracciati.
Estremamente realista, nonostante il prepotente "inserto" onirico/sovrannaturale dei fantasmi, recitato splendidamente soprattutto dai due protagonisti, l'albino Serge Kanyinda (Magicien) e la straordinaria Rachel Mwanza (Komona), oggi quasi sedicenne, abbandonata dai genitori da bambina, vissuta per lungo tempo per le strade di Kinshasa, al momento del suo "ingaggio", ovviamente, non sapeva leggere e scrivere; Rachel ha vinto il premio come miglior attrice protagonista al Festival di Berlino del 2012.
Regia estremamente dinamica, sceneggiato dallo stesso regista, in un'ora e mezzo scarsa inanella momenti di comicità, sprazzi di tenerezza inaspettata, inseriti in una storia dalla drammaticità davvero molto intensa, estrema. Rebelle, se avrete modo di vederlo, vi lascerà il segno.
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