No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130210

The Surrogate

The Sessions - Gli appuntamenti - di Ben Lewin (2013)
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)

Mark O'Brien, nato a Boston nel 1949 e morto a Berkeley nel 1999, fu un poeta, giornalista, e attivista per i diritti dei diversamente abili. Poliomelitico all'età di sei anni, costretto nel polmone d'acciaio, riusciva a resistere alcune ore al di fuori; riuscì a frequentare, con l'aiuto di una barella elettrica, le lezioni all'Università di Berkeley, e a laurearsi in letteratura anglosassone. Scrisse molte poesie, alcuni saggi, fondò una piccola casa editrice che permetteva a persone handicappate di pubblicare poesie. Era profondamente cattolico. Verso i 38 anni d'età, cominciò ad interrogarsi sulla sua sessualità, e nonostante il tema, si confrontò con il prete della sua comunità, che si dimostrò particolarmente aperto verso l'assunto. Mark prese così la decisione di prendere degli appuntamenti con una terapista sessuale, Cheryl, con la quale perse la verginità, e verso la quale sviluppò un sentimento intenso. Non fu, però, contrariamente a quanto si potrebbe sommariamente pensare, l'unico amore della vita, non lunga, non agiata, ma ugualmente intensa, di Mark O'Brien.

Le nomination agli Oscar sono come le scommesse, o come il poker: a volte conviene vedere il piatto, a volte no. The Sessions, originariamente intitolato The Surrogate, ha fruttato la nomination ad Helen Hunt (actress in a supporting role), che qui interpreta la terapista sessuale Cheryl Cohen-Greene, e che probabilmente è stato sottovalutato, al contrario, per dirne solo uno, di The Impossible. La storia di Mark O'Brien aveva già ispirato il cortometraggio Breathing Lessons: The Life and Work of Mark O'Brien, vincitore di un Oscar nel 1997, e bisogna riconoscere che la figura di O'Brien, eccezionale, e che io non conoscevo affatto fino a prima di vedere The Sessions, è interpretata in maniera eccezionale dal grande, ma non ancora universalmente riconosciuto (anche se già nominato per Winter's Bone), John Hawkes, che abbiamo avuto già modo di apprezzare molte volte in altre pellicole, e che qui avrebbe meritato, come detto, di più.
Già che, al contrario di come faccio di solito, ho cominciato parlandovi del cast, non posso esimermi dal citare un, ancora una volta, bravissimo William H. Macy nei panni di padre Brendan, anche se sembra un Frank Gallagher (Shameless) ripulito. Ci sono anche un paio di caratteristi, uno più famoso, l'altra meno, che curiosamente fanno parte del cast di Sons of Anarchy: Adam Arkin (qui Josh, il marito di Cheryl) e Robin Weigert (qui Susan, in SOA l'avvocatessa/MILF dell'MC Ally Lowen).
Il film è ben fatto, al tempo stesso toccante e divertente, grazie allo spirito pieno di vita ed autoironico di O'Brien; visto che come detto, il personaggio principale è descritto magnificamente ed interpretato in maniera altrettanto sublime da Hawkes, l'approccio e lo struggimento dell'iniziazione sessuale dell'uomo è trattata in maniera secondo me perfetta, e viene messa sullo stesso identico piano dei sentimenti, pieni, densi e profondi, che O'Brien ha provato nei confronti di Amanda, Cheryl e Susan. La sua voce fuori campo, durante il suo funerale, alla fine del film, e perdonatemi se faccio spoiler ma tanto mica vi svelo chi è l'assassino, è una cosa che mi commuove ma mi riempie al tempo stesso di gioia, anche solo mentre vi scrivo questo mio giudizio.
The Sessions è un bellissimo film, che racconta una bellissima storia di amore per l'amore e per la vita, e perché no, per il sesso. La nomination alla Hunt, paradossalmente, è generosa, seppure lei sia piuttosto brava, ma Hawkes se la sarebbe meritata di più; oltre agli attori citati, ho trovato brava e misurata Moon Bloodgood nei panni di Vera, più di quanto non sia stata Annika Marks nella parte di Amanda.

1 commento:

Anonimo ha detto...

film bellissimo
ciao
Luca