No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130203

dio del sole

Kon-Tiki - di Joachim Ronning e Espen Sandberg (al momento inedito in Italia)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)

Thor Heyerdal nasce a Larvik, Norvegia, il 6 ottobre 1914. Il rischio, la sfida, la scoperta, lo affascineranno fin da piccolo. Biologo specializzato in antropologia delle isole del Pacifico, già a 23 (1937) anni trascorse un intero anno di studi e ricerche insieme alla altrettanto giovane (prima) moglie Liv sull'isola di Fatu Hiva nelle isole Marchesi. Grazie a un norvegese lì residente da moltissimi anni, conosce le statue presenti sull'isola, molto simili a quelle pre-colombiane presenti in Colombia, mentre un vecchio indigeno gli parlerà della leggenda di Kon Tiki. Elabora quindi la teoria secondo la quale le isole della Polinesia siano state raggiunte e colonizzate da popoli provenienti dal Sud America, ma nessuno lo considera. Nel 1947 è a New York; cerca fondi per finanziare la sua (prima) impresa, che dimostrerà la fondatezza delle sue teorie. Non trova fondi, ma un nuovo amico, che lo accompagnerà nell'impresa. Decide, anche dietro la spinta del suo nuovo amico, di partire per il Perù, e cercare lì i finanziamenti. Assieme ad Erik Hesselberg, Bengt Danielsson, Knut Haugland, Torstein Raaby ed il suo nuovo amico, Herman Watzinger, dopo essere riuscito a trovare aiuto (non molto, alla fine: il governo peruviano concesse una zona del porto di Callao per la costruzione dell'imbarcazione, mentre l'esercito degli USA concesse all'equipaggio dei viveri, dietro l'impegno da parte dell'equipaggio stesso di redarre un rapporto sulla dieta praticata), costruirono una zattera usando legno e funi. Il 28 aprile 1947, il Kon-Tiki con a bordo il suo equipaggio, fu trainato per alcune miglia al largo da un rimorchiatore della Marina peruviana; tramite la Corrente di Humboldt, Heyerdal contava di raggiungere la Polinesia in un centinaio di giorni.

Probabilmente, il norvegese Kon-Tiki sarà il film più debole della cinquina candidata all'Oscar per il miglior film in lingua non inglese, ma tra quelli inediti in Italia è stato il primo che mi è venuto voglia di guardare. E siccome so che morite dalla voglia di sapere il perché, vi dirò che Thor Heyerdal è sempre stato uno dei miei miti personali, fin dai tempi in cui, alle scuole elementari, non conobbi le sue imprese, e in special modo quella del Kon-Tiki. E poco importa se le sue teorie sono ormai completamente smentite (anche dai suoi stessi studi, come quelli compiuti sull'Isola di Pasqua, un luogo dove Heyerdal è ancora ricordato con affetto), poco importa se il film racconta una storia conosciuta con attori sconosciuti, con una regia più che accettabile e poco più che documentaristica: la storia di Thor Heyerdal doveva essere raccontata ancora una volta, a beneficio di chi non ne ha mai sentito parlare.
Una fotografia spettacolare, begli effetti speciali ed un paio di buone prove attoriali (Pal Sverre Valheim Hagen nei panni di Heyerdal e Agnes Kittelsen nella parte di Liv Heyerdal), oltre come detto ad una grande storia di un grande personaggio, fanno di Kon-Tiki un film che non fa parte della categoria grande cinema, ma che vale ugualmente la pena di vedere.
Due curiosità: i due registi, qualcuno lo avrà visto (io no), sono autori di Bandidas, del 2006, con Salma Hayek e Penelope Cruz; le ceneri di Heyerdal sono seppellite nel giardino della casa di famiglia a Colla Micheri, Andora, Savona, luogo dove lo stesso Heyerdal è morto nel 2002.

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