No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130214

Cercando l'uomo zucchero

Searching for Sugar Man - di Malik Bendjelloul (al momento inedito in Italia)
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)

Sixto Díaz Rodríguez, conosciuto in arte come Rodríguez o Jesús Rodríguez, è un cantautore folk statunitense, fino a poco tempo fa quasi completamente sconosciuto in Patria nonostante la pubblicazione di due dischi agli inizi dei '70. Dopo l'uscita di questo documentario, Rodríguez, a 70 anni suonati, sta diventando celebre negli USA, ed ha addirittura in programma di far uscire il suo terzo album, rimasto inedito fin dal 1972. La storia di questo personaggio, raccontata da questo Searching for Sugar Man (Sugar Man è la prima canzone del suo primo album, Cold Fact), documentario candidato all'Oscar nella propria categoria, è straordinaria, incredibile, e particolarmente toccante; ci fa scoprire un artista schivo, totalmente disinteressato, fenomenale.
Rodríguez nasce e cresce a Detroit, da una famiglia di origini messicane con sangue (basta guardarlo in faccia)  nativo americano, e vive da sempre una vita più che umile. Provenendo da una famiglia immigrata appartenente alla working-class, in molte delle sue canzoni adotta posizioni politiche e sociali nette, a favore delle classi sociali più basse. Musicalmente, e pure a livello vocale, molto simile a Bob Dylan, dopo l'insuccesso dei suoi primi due dischi, forse anche a causa della esagerata riservatezza del personaggio (non era raro vederlo esibire spalle al pubblico, non ha mai amato rilasciare interviste), nonostante un breve tour australiano, continua a suonare la sua chitarra e a comporre le sue canzoni, ma lavora in un'impresa di demolizioni, senza mai tirarsi indietro dinnanzi a lavori faticosi.
Nel frattempo, e a sua insaputa, le sue canzoni, in Australia, in Nuova Zelanda, ma soprattutto in Sud Africa, diventavano famosissime, e facevano da colonna sonora ai primi movimenti anti-apartheid bianchi, ma non solo, visto che addirittura, c'è chi sostiene che persino Stephen Biko (si, quello della canzone di Peter Gabriel) fosse un fan di Rodríguez. Rodríguez in Sud Africa diventa un mito, ai livelli di Jimi Hendrix ed Elvis. All'improvviso, non si sa come, sempre in Sud Africa si diffonde la notizia che Rodríguez si sarebbe suicidato. Un paio di persone, un gioielliere (poi diventato proprietario di un negozio di dischi) di nome Stephen Segerman, soprannominato Sugar (non chiedetevi, a questo punto, neppure perché), ed un giornalista che si chiama Craig Bartholomew-Strydom, non si danno pace, e cominciano ad "indagare" su Rodríguez. Finché, una notte...

Se uno non sa di cosa parla Searching for Sugar Man, i primi minuti potrebbero fargli pensare ad un semplice documentario celebrativo di un musicista dimenticato troppo in fretta. Invece, questo documentario dal ritmo sostenuto, dal lieto fine e perfino commovente, voluto e pensato dal giovane regista svedese Malik Bendjelloul, che come dice in un intervista a The Independent, ha "scoperto" questa storia girando zaino in spalla l'Africa ed il Sud America (in cerca, appunto, di storie), ha non solo un cuore pulsante, ma addirittura un plot twist non indifferente, quasi impensabile in un documentario, seppur di ottima fattura.
Favorito dagli splendidi panorami sudafricani, intervallato, quando serviva, da sobrie animazioni e da filmati d'epoca (uno soprattutto, a cura di una delle figlie di Rodríguez, e non vi dico altro per non rovinarvi la sorpresa), costellato da interviste brevissime e funzionali (a volte addirittura non-interviste), Searching for Sugar Man è costruito in maniera brillante, e racconta una storia che non sarà epocale, ma è piuttosto sintomatica, ed è quantomeno curiosa ed intrigante. Last but not least, le canzoni di Rodríguez sono splendide, veramente.
Una bella, bella sorpresa.

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