Casino Royale - di Martin Campbell (2006)
Giudizio sintetico: si potrebbe perdere ma* (2/5)
L'agente speciale dei Servizi Segreti britannici viene "promosso" a doppio zero, licenza di uccidere (paradossalmente) facendo fuori due traditori; la sua indole ribelle e testarda, lo porta poco dopo a scatenare un incidente diplomatico in seguito ad una sua azione in Madagascar. Lavata di capo e sospensione, ma immediato volo verso le Bahamas dove tra una figa e l'altra, Bond devia su Miami e sventa un attentato aereo pericolosissimo. Ecco quindi che viene individuato il vero cervello dietro tutte queste operazioni: il cattivo, ricchissimo, brillante matematico e invincibile giocatore di poker, Le Chiffre, in origine banchiere, che organizza attentati per guadagnare in borsa, e far guadagnare i suoi clienti (chiaramente, poco di buono ma con grandi poteri in mano). Dopo la spettacolare azione di Bond, il giochino "al ribasso" di Le Chiffre lascia quest'ultimo con una grossa perdita; per rifarsi, e per scampare all'ira dei suoi "clienti", organizza una partita a poker di altissimo livello, con poste adeguate, al Casino Royale in Montenegro. Bond viene incaricato dall'MI6 di parteciparvi, sotto mentite spoglie, finanziato dal Ministero del Tesoro.
Reboot della storia di James Bond, l'agente segreto più famoso del mondo, con Daniel Craig che lo interpreta per la prima volta, come sesto "incaricato". Naturale che per sopravvivere, la saga di Bond dovesse rinnovarsi; discutibile o no, la scelta di Craig è indiscutibile dal punto di vista del carisma, anche se probabilmente l'idea che avevano produttori e sceneggiatori è rispettata fino ad un certo punto: brutale e freddo si, ma di certo non molto ironico. Ma qui si entra nel campo della soggettività, e sono sicuro che molti avranno apprezzato l'interpretazione di Craig, che invece a me lascia sempre un po' interdetto: non ho ancora capito, sinceramente, se sia un ottimo attore, oppure solo buono. Probabile invece, che scelga copioni pensando più al botteghino che al cinema d'essai, questo si.
Dopo una prima parte pirotecnica, il film si attorciglia nella parte della partita a poker, tenuta a galla da un *Mads Mikkelsen sprecato in un film del genere (ma anche qui, molti hanno amato il film solo per la sua presenza), e si sputtana definitivamente con una parte finale piena delle solite stronzate bondiane (aggettivo inventato che può adattarsi, l'ho realizzato solo dopo averlo scritto, sia a James Bond che a Sandro Bondi: non è certo una nota positiva). Splendida Caterina Murino (Solange), anche se molti preferiscono Eva Green (Vesper Lynd): ammetto che quest'ultima è un'attrice migliore. Giancarlo Giannini recita al minimo sindacale nella parte di René Mathis, e c'è pure Claudio Santamaria (Carlos) nella parte a Miami. Sempre superiore Jesper Christensen (Mr.White). Naturalmente c'è Judi Dench (M), che secondo me fa questi film per pagarsi i vizi, o per pagare la scuola ai nipoti.
Non sono un fan dei film della serie, e confesso che, conclusi gli inseguimenti, mi annoio sempre; anche questo Casino Royale non fa eccezioni.
Tema musicale dei titoli di testa interpretato nientemeno che da Chris Cornell, con You Know My Name.
2 commenti:
Mah, ti dirò: a me è piaciuto. Ovviamònte stiamo parlando di puro entertainment, non è che siamo cinema di quello comepiaceannoi, che ti fa riflettere eccetera.
Però è girato bene e la storia è affascinante.
Sul fatto che manchi l'ironia dei primi Bond ti dò ragione, però devo dire che io non sopportavo le battutine ammiccanti con il sopracciLLio alzato, nel mezzo di un'esplosione nucleare. Mi dava proprio fastidio.
Concordo con Filo!! Tra l'altro, ora che si è conclusa, ritengo Casino Royale l'episodio più riuscito della trilogia!!!
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