No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130320

PJ20

Pearl Jam Twenty - di Cameron Crowe (2011)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)

Nel marzo del 1990, a Seattle, dopo tre giorni in coma da overdose di eroina, muore Andrew Wood, cantante della band semisconosciuta Mother Love Bone. La band si ferma, i componenti rimasti meditano di smettere con la musica. Due di loro, Jeff Ament, basso, e Stone Gossard, chitarra, insieme pochi anni prima nei Green River con Mark Arm e Steve Turner, tornano pian piano in attività. Reclutano un altro chitarrista, Mike McCready, cominciano a comporre nuovo materiale, e, con un demo di cinque pezzi, cominciano a cercare un batterista ed un cantante. Si appoggiano all'amico batterista Jack Irons, da poco uscito dai Red Hot Chili Peppers ed ancora depresso in seguito alla morte di Hillel Slovak (il chitarrista della band dei peperoncini), che declina l'invito, ma fa avere il demo ad un cantante che conosce, Eddie Vedder, di San Diego. Il ragazzo ascolta il demo prima di andare a surfare, compone tre testi mentre cavalca le onde, li incide. Quando la cassetta torna ai tre in quel di Seattle, Jeff, Stone e Mike rimangono impressionati. Dopo una settimana, Eddie si unisce alla band. Con l'aggiunta di lì a poco del batterista Dave Krusen, la band comincia ad esibirsi dal vivo. Dopo circa un anno, verso la fine del 1991, esce il loro primo disco: Ten. Il film celebra i vent'anni da quella data. I tre pezzi composti dai tre musicisti di Seattle, con i testi scritti dal ragazzo mentre surfava, risuonano ancora oggi nei palazzetti, negli stadi, nelle arene di tutto il mondo, durante i concerti dei Pearl Jam.

E' piuttosto difficile giudicare un documentario che racconta la storia di una band che ha segnato buona parte della giovinezza di chi scrive. Nonostante quello che molti giornalisti accreditati si affannano a puntualizzare, e cioè che il grunge, come genere musicale, non è esistito, è un'invenzione, non è descrivibile perché in verità le band nate in quel periodo in quella particolare zona degli USA suonavano generi tutti diversi tra di loro (e questo è vero, ma non descrive del tutto quello che esisteva in quel momento), quelli che come me erano dall'altra parte dell'oceano, ma che si sentivano legati a quelle band, che hanno visto muover loro i primi passi anche in Europa, e che sentivano una incredibile affinità con quella particolare scena musicale, ascoltando le stesse cose, suonando le stesse cose, vestendosi alla stessa maniera, ecco, alle persone di questo genere sembrerà di veder scorrere una parte delle loro vite, durante questo documentario di Cameron Crowe, ex giornalista musicale, regista di successo, autore tra gli altri di quel Singles che portò perfino sullo schermo la scena di Seattle e gli stessi protagonisti di questo documentario come attori (Stone, Eddie, Jeff, Chris Cornell).
Pearl Jam Twenty ha un sacco di difetti, si dilunga moltissimo sulla nascita della band, sulla figura di Andrew Wood, sulla lotta di Eddie contro la notorietà, per poi risolvere il cambio di così tanti batteristi in meno di un minuto, ma è un'opera genuina, piena di rispetto, di amore per la musica e per i fan, che spiega le cose che chi segue quella band sapeva già, ma che, se ce ne fosse ancora stato bisogno, consegna la band stessa alla storia.
Quindi, va bene così. Chi ama i Pearl Jam lo avrà già visto, ma se per caso se ne fosse dimenticato, lo recuperi senza indugi. Chi ama la musica rock, e però avesse vissuto dentro una navicella spaziale in orbita intorno alla Terra negli ultimi 25 anni, lo recuperi senza indugi. Chi non conosce i Pearl Jam, e credo siano attualmente due o tre persone, e non sono sicuro che leggano questo blog, dopo essersi cosparsi il capo di cenere, lo recuperino senza ulteriori indugi, e colmino la lacuna.

Nessun commento: