Girls - di Lena Dunham - Stagioni 1 e 2 (10 episodi ciascuna; HBO) - 2012/2013
Sex & the City ai tempi della crisi? Chissà. E' nella stessa New York, ma ai nostri tempi, che vivono (e sognano) quattro amiche. Hannah Horvath viene dal Michigan, ed è un'aspirante scrittrice. E' convinta di essere molto intelligente, e molto alternative (quindi molto snob), ma la realtà è che è senza un soldo. Non è quel che si dice una top model, ma sembra non avere nessun problema con il suo corpo, anche se decisamente fatica a controllare la sua dipendenza dal cibo, con una certa preferenza per il junk-food. Marnie Michaels è la sua amica del cuore, fin dai tempi del college, l'Oberlin. Marnie è una maniaca del controllo, lavora come segretaria in una galleria d'arte, è bellissima ma profondamente insicura. Il suo fidanzato storico è Charlie, un ragazzo dolce che è molto innamorato di lei, ma Marnie si sente soffocata dalle sue attenzioni. Spesso, non si capisce il motivo per cui Marnie ed Hannah siano amiche. Vivono insieme nella zona di Greenpoint, Brooklyn.
Loro amica comune è la selvaggia Jessa Johansson. Inglese, conosciuta dalle due allo stesso college, ha dovuto lasciarlo dopo qualche mese per una grave dipendenza dall'eroina. Ha girato il mondo con la madre, ma è da poco tornata a New York, e si è stabilita a casa di sua cugina, Shoshanna Shapiro. Jessa e Shoshanna sono agli antipodi, ma entrambe frequentano Hannah e Marnie. Jessa è sicura di sé, almeno apparentemente, impulsiva fino all'eccesso, imprevedibile e folle, beve, fuma, si droga, fa sesso con chiunque, conservando quell'altezzosità inglese che fa di lei una persona che le altre ragazze guardano quasi con invidia, sicuramente con ammirazione. Shoshanna è praticamente schizofrenica, indicativamente la più giovane delle quattro, attentissima alle mode, parla a raffica con tic verbali tipici dei giovanissimi, ed è l'unica vergine del gruppo, cosa che le crea qualche insicurezza in più, rispetto al già lungo elenco che è in suo possesso. E' una grande fan di Sex & the City.
Attorno alle ragazze, tutte tra i 20 e i 30 anni, ruotano un altro paio di ragazzi. Adam Sackler è il ragazzo di Hannah. Personaggio fuori da ogni schema, attore e falegname, vive in un appartamento che somiglia più ad un magazzino di un robivecchi, esce poco, gli piace il sesso rude, non sembra interessato ad avere una relazione seria con Hannah. Ray Ploshansky è un grande amico di Charlie, è il più "anziano" del gruppo (ha più di trent'anni), dirige un bar nella zona di Greenpoint, e col tempo diventerà sempre più legato alla cerchia.
Devo dire che dopo aver visto le prime due stagioni di Girls (la seconda è terminata poche settimane fa), trovandomi "costretto" a riassumerne i caratteri principali, mi sembra che sia più interessante a raccontarlo che a vederlo. Ma, attenzione, non è propriamente una critica, questa, ed il perché, è presto detto, è che nonostante la profonda sensazione negativa che ti lascia quasi ogni episodio, nonostante le aspre critiche che gli si possano fare, e nonostante che sia una serie che riesce a dividere in maniera importante il giudizio del pubblico, Girls sembra essere una serie che cerca di acchiappare davvero il senso, i valori dell'attuale gioventù statunitense. E, questo va detto, il quadro non è propriamente dei più incoraggianti.
Riprendendo anche la cosa che ho detto prima, e cioè quella a proposito della sensazione negativa, le quattro protagoniste di questa serie, nonostante siano persone che ormai dovrebbero essere responsabili, sono quattro donne che non sanno assolutamente cosa vogliono dalla loro vita. Vivono ogni loro giornata commettendo sbagli enormi, colossali a volte, e quando li vediamo a confronto con i loro genitori capiamo pure che di sicuro non sono loro che potrebbero guidarli da qualche parte o verso qualcosa. Sia sul versante lavorativo che su quello sentimentale, Hannah, Marnie, Jessa e Shoshanna, non hanno la più pallida idea di cosa vogliono, come dovrebbero comportarsi, cosa fare in concreto. Agiscono spinte dall'impulso del momento, e forse l'unica che riflette un minimo è Shoshanna, quella con il minutaggio minore sullo schermo rispetto alle altre, e che di sicuro al primo impatto appare la meno normale, schizzata com'è. Ecco quindi uno dei motivi per cui guardare Girls non è una passeggiata. Cioè, è una serie che quasi sempre ti irrita, tanto sono stupidi i comportamenti delle protagoniste: non ci si crede alle cose che riescono a fare, alle cazzate che riescono a mettere in piedi, e mica una volta sola!
Creata da Lena Dunham, sceneggiatrice attrice e regista, conosciuta per il suo film Tiny Furniture, Girls è decisamente personale, anche se spesso risente pesantemente proprio della personalità della sua creatrice, che dirige molti degli episodi e che interpreta uno dei caratteri protagonisti, Hannah. La Dunham scrive praticamente sempre cose molto autobiografiche, e quindi il tutto assume spesso un profilo che può interessare fino ad un certo punto. Come detto, per contro, la serie è innegabilmente originale (anche se il riferimento che ho fatto in apertura rimane valido) e spesso disturbante, e chi ha un cervello sa che non si può vivere di soli zuccheri e lieto fine. Altre critiche che spesso vengono mosse alla serie riguardano sempre la Dunham, che si spoglia praticamente ad ogni episodio (e che addirittura si "regala" un intero episodio a letto con Patrick Wilson - 2x05 One Man's Trash -): è vero, e spesso l'ho trovato forzato, ed è pure vero che preferirei vedere svestita Allison Williams (Marnie), che invece le poche volte che lo fa si copre insistentemente i seni, ma questo è soggettivo, e alla fine potrebbe rientrare tutto in quella "operazione" di disturbo che, chissà quanto volontariamente, Girls sembra prefiggersi, probabilmente nel tentativo di uscire dagli stereotipi. Interessanti le prove attoriali, quelle che mi hanno colpito maggiormente sono state quelle di Adam Driver (Adam Sackler) e di Zosia Mamet (Shoshanna). Curiosità: nella seconda stagione ci sono un paio di apparizioni di John Cameron Mitchell. Prodotto e spesso co-sceneggiato da Judd Apatow.
Insomma, è amore e odio, e nonostante mi sia ritrovato spesso con un'espressione attonita al termine degli episodi, sono abbastanza sicuro che continuerò a vedere Girls: la terza stagione, che consterà stavolta di 12 episodi, partirà probabilmente nel 2014.
3 commenti:
io non ho ancora capito se mi è piaciuto o no...
non so se si è capito, ma la penso come te. ogni volta che vedo un episodio odio visceralmente Hannah e la Dunham (perchè entrambe sono egocentriche e egoiste), odio Jessa perché è una testa di cazzo colossale, odio Marnie perchè è figa ma non capisce un cazzo e sul fatto di essere figa ci marcia, e shoshanna mi fa tenerezza perchè poverina non capisce una sega.
ho visto solo la prima serie e mi è piaciuta.
cmq il parallelo con sex and the city è perfetto, anche lì le protagoniste sono spregevoli tranne forse Samantha Jones.
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