!Tré! - Green Day (2012)
Nonostante quello che ne possano dire i critici più feroci e i detrattori più accaniti, i tre ex ragazzi (hanno più di 40 anni ormai) californiani sono divenuti, oltre che miliardari, dei grandi interpreti della tradizione rock nel senso più ampio del termine. Inutile cercare di legarli a doppio nodo al punk o al punk-rock: è bene giudicare, secondo me, se i Green Day fanno buona musica oppure no.
E, nonostante questa loro ultima tripla fatica, tre dischi usciti a brevissima distanza tra di loro negli ultimi mesi del 2012, abbia dato risultati altalenanti, questo ultimo è decisamente il migliore.
Non mi vergogno affatto a dire che spesso, i pezzi dei Green Day, mi mettono di buon umore e mi fanno stare bene: non mi interessa niente se a qualcuno possono sembrare semplici o addirittura semplicistici. Un pezzo come Sex, Drugs & Violence mi diverte, a dispetto del testo, dove Billie Joe riflette, anche amaramente, sulle sue dipendenze. Indicativamente, preferisco la seconda parte del disco, dove a mio giudizio sono stati "relegati" i pezzi più complessi. Ma c'è da dire che fin dall'opener Brutal Love, i Green Day dimostrano di non spaventarsi davanti e niente e a nessuno: il pezzo infatti non è altro che una cover di Bring It On Home to Me di Sam Cooke, con un testo differente.
Intendiamoci: so che è una frase fatta, ma i Green Day oggi più che mai, non hanno inventato niente di niente. Sono dei bravissimi generatori di mash-up tendenzialmente rock, ma non solo. Lo fanno con grande disinvoltura, con quelle loro amabilissime facce da culo. E siccome non si tratta di tracciare il genoma umano, ma solo di rock and roll, a me piace. Molto bello l'inizio di 8th Avenue Serenade dal punto di vista del drumming, che può ricordare la sensazione di "fuori tempo" di Black Dog dei Led Zep, forse superflua la classica ballad Drama Queen, ma immediatamente dopo si comincia a fare sul serio e a sciorinare i pezzi migliori: X-Kid (che riesce a farmi godere con un assolo di quelli da scuola di chitarra primo anno, alla Nirvana per intenderci), la già citata Sex, Drugs & Violence (impazzisco per il passaggio "What little wanna be an imbecil / But Jesus made me that way"), la sincopata A Little Boy Named Train (orecchio ad ogni finale di strofa, sottolineato da uno stop and go di Tré Cool), la splendida (e molto Green Day) Amanda, la whoiana Walk Away, il piccolo capolavoro Dirty Rotten Bastards, che racchiude drinking songs irlandesi, i Garage Days dei Metallica (specialmente quando rifanno i Misfits) e l'arena rock, la classicissima 99 Revolutions. Chiude il marchettone The Forgotten, inserito nientemeno che sui titoli di coda del capitolo conclusivo della saga di Twilight, che però è una buona ballata rock, dimostrazione che ci sanno fare anche in questo campo.
E' vero che se avessero fatto un disco solo, scremando il superfluo, da questa trilogia (cosa che potete anche fare da soli a casa, ma non fidatevi dell'amico Monty, ve la do io una scaletta riassuntiva: tutto !Tré! più Carpe Diem, Sweet 16, Oh Love da !Uno! e Lazy Bones, Stray Heart, Baby Eyes da !Dos! e fate pure prima - al limite togliete Drama Queen e mettete dentro Nuclear Family), probabilmente avrebbero riscosso maggior successo critico; ma del resto, anche loro avranno il mutuo da pagare, senza contare le spese (fisse?) di rehab.
1 commento:
Ahahah!
Grazie eh!
:D
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