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20060412

e chi ha mangiato il latte col pesce?

SORGONO I PRIMI DUBBI SULL’EFFICACIA DEGLI ACIDI GRASSI OMEGA 3 NEL PROTEGGERE L'APPARATO CARDIOVASCOLARE
Studi scientifici ne avevano dimostrato la valenza nutraceutica, ma una recente analisi britannica sembra rimettere tutto in discussione, per mancanza di "chiare indicazioni". Cade il mito della molecola bersaglio, novello elisir di eterna giovinezza


Chimicamente gli Omega 3 sono acidi grassi polinsaturi che hanno la caratteristica di possedere un doppio legame in posizione 3 (omega 3) o in posizione 6 (omega 6), della catena che li forma.
Sono anche definiti EPA (acido eicosapentaenoico), e DHA (acido docosaesaenoico).
Questi acidi hanno dei precursori, cioè delle sostanze che dopo l'introduzione nel nostro organismo vengono trasformati, nello specifico l'acido linoleico è il precursore dell'acido grasso omega 6, mentre l'acido linolenico è il precursore dell'acido grasso omega 3.
Gli omega 3 e 6 sono acidi grassi essenziali: con questo termine si intende che il nostro organismo non è in grado di sintetizzarli, e quindi l'introduzione attraverso la dieta è assolutamente fondamentale.
Per ciò che concerne le funzioni biologiche nell'organismo umano, si evidenzia dalle più recenti acquisizioni e studi scientifici, condotti su questo argomento, è possibile sostenere che, tra gli effetti protettivi degli Omega 3 i più rilevanti sono sicuramente:
-azione antiaggregante piastrinica (effetto antitrombotico), cioè ridurrebbero la possibile formazione di coaguli nel sangue;
- controllo del livello plasmatico dei lipidi, soprattutto dei trigliceridi;
- controllo della pressione arteriosa, mantenendo fluide le membrane delle cellule, e dando elasticità alle pareti arteriose.

Studi e ricerche sui benefici effetti sulla salute
Gli effetti principali sono soprattutto legati alla protezione del cuore e del sistema circolatorio, aspetto positivo già evidenziato dagli studi epidemiologici iniziati intorno agli anni' 70. In quegli anni furono studiati gli "Inuits" una popolazione eschimese che si cibava prevalentemente di pesce proveniente dalle coste della Groenlandia e del Giappone, già allora emerse molto chiaramente un'incidenza particolarmente bassa di malattia all'apparato cardiovascolare.
Vi sono tuttavia ricerche anche ben più recenti che dimostrerebbero l’efficacia di una dieta ricca di Omega 3 per la protezione dell’apparato cardiovascolare.
E' questo il senso della decennale ricerca, pubblicata nel 2001, dell'epidemiologa greco-americana Artemis Simopoulos, Presidente del Center for Genetics, Nutrition and Health di Washington, DC. Gli acidi grassi omega 3, secondo la ricercatrice americana, agiscono sulla parete vasale, dove interferiscono con la coagulazione del sangue, o con un meccanismo antiaritmogenico. Molto interessante è il dato che gli effetti cardioprotettivi degli acidi grassi omega-3 si manifestano entro i primi quattro mesi di terapia.

Tutto in discussione
Dietrofront: gli acidi grassi Omega 3, contenuti nel pesce, non proteggerebbero dalle malattie cardiovascolari.
A dichiararlo è stato un gruppo di ricercatori britannici che ha analizzato i risultati di 89 precedenti ricerche sugli Omega 3. Secondo gli studiosi infatti non esistono chiare indicazioni del fatto che il consumo di Omega 3 riduca il rischio di decessi per infarto, ictus o cancro.

3 commenti:

calimero ha detto...

ma porca troia
me sto a ingozza' alici e pesce azzuro che me so uscite e squame
e vabbeh
sapro' nuota' mejo

lafolle ha detto...

e avrai il pesce che sa di pesce!

Anonimo ha detto...

io so sempre dell'avviso che il nero tibetano bello oleoso sia sempre meglio di tutto...........