No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20060430

brucia di vita


Parliamo di cinema.
False verità del canado-armeno Atom Egoyan è un buon film, una specie di giallo su un fattaccio accaduto negli anni '50, una ragazza trovata morta nella vasca da bagno della suite di due showman della tv statunitense. Il fattaccio rovina la carriera dei due, lanciatissimi. Dopo quasi 20 anni, una giovane scrittrice, che conobbe i due da piccolina, sta indagando sui due per scriverci un libro. Ottimi i protagonisti Kevin Bacon e Colin Firth, bella l'atmosfera che il regista crea, dando al tutto un timbro personale e riconoscibile.
Il regista di matrimoni di Marco Bellocchio con un sempre spiritato Sergio Castellitto, non mi è piaciuto molto. Ci sono dei momenti di sarcasmo piuttosto intensi, ma il tutto finisce per essere eccessivamente cervellotico, con simbolismi e allusioni che finiscono per essere stancanti.
Mater natura di Massimo Andrei, parla di Desiderio, nato Salvatore, una trans napoletana innamorata di Andrea, che però finisce per sposarsi con Maria. Il film è coloratissimo, ma piuttosto prevedibile, con tutta una serie di stereotipi già visti e rivisti nei film che, a tutte le latitudini, parlano di gaytudine o di transessualismo. Nonostante questo, ci sono dei momenti di alta ilarità, Vladimir Luxuria e Enzo Moscato sono bravissimi, e Maria Pia Calzone nei panni di Desiderio risulta abbastanza credibile, nonostante non ci credessi molto all'inizio.
Chiedi alla polvere di Robert Towne, sceneggiatore esperto ma al debutto nella regia, vorrebbe essere la trasposizione del super classico omonimo di John Fante, che io, confesso, non ho ancora letto (forse perchè un sacco di gente lo cita e se ne riempie la bocca), ma il risultato è piuttosto scarso; da un'indagine sommaria, tradisce il libro soprattutto nel finale, rendendolo molto più melodrammatico ma, a mio giudizio, meno incisivo, e durante il film non riesce a tratteggiare profondamente i personaggi protagonisti. Nemmeno le prove degli attori sono degne di nota, se si esclude forse quella di Idina Menzel nei panni di Vera. Delusione.
Finalmente, però, ieri sera ho visto un grande film. Ho il sentore che finirà l'anno nella mia top ten. Si tratta de Le particelle elementari, di Oskar Roehler, tratto dall'omonimo romanzo di Michel Houellebecq (anche questo non l'ho ancora letto, e non so perchè, forse per via del tempo che mi manca). Dovete vederlo: è un inno alla vita politicamente scorretto. Un film intenso senza avere un ritmo mozzafiato, interpretato da attori meravigliosamente e perfettamente nella parte, girato con una regia essenziale, caustico, a tratti davvero divertente, a tratti talmente profondo da farti male. La trama potrebbe trarvi in inganno: due fratellastri crescono con immensi problemi a relazionarsi con gli altri, e soprattutto con il sesso e l'amore, a causa di genitori troppo aperti e troppo assenti. Le strade che intraprendono sono diametralmente opposte, così come i risultati, ma qualcosa continuerà a legarli fino in fondo. Due donne, anche queste completamente agli antipodi, li libereranno e faranno conoscere loro la gioia e la completezza. Sto piangendo mentre scrivo queste righe.

Buona visione

Nessun commento: