No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20111204

la strada

El camino - The Black Keys (2011)

Quasi fuori tempo massimo, ecco un disco che sicuramente entrerà nella (mia) top ten del 2011. Settimo disco in studio per il duo di Akron, Ohio, città che, ricordiamolo, dette i natali ai grandissimi Devo, ad un anno e mezzo circa di distanza dal precedente Brothers, che già era di livello eccelso, questo El camino è soprattutto un disco figo, fighissimo. Un disco divertente, ballabile, orecchiabile al massimo, dal sapore retrò come ogni cosa che fanno i Black Keys, bilanciato perfettamente tra blues, rock and roll, fine '60/inizio '70, soul.
Auerbach e Carney hanno poi il dono di saper scrivere pezzi semplici che ti acchiappano immediatamente. Prima ancora che finisca un pezzo, ti ha già conquistato. E, pure su questo disco, non c'è una canzone brutta, assolutamente impossibile da trovare. Per assurdo, il pezzo che gradisco meno è Little Black Submarines, una specie di ballad, che invece è piaciuta d'impatto a molti, mentre al contrario io ho trovato un po' stucchevole perché davvero troppo simile alla zeppeliniana Stairway to Heaven (e ammetto che non gradire un pezzo perché somiglia ad un altro che è tra le canzoni più belle mai scritte, è decisamente snob). Pezzi incredibilmente gradevoli come Gold On The Ceiling, Money Maker, Sister, Mind Eraser, lo spettacolare singolo Lonely Boy, sono pezzi senza tempo.
In attività da anni, The Black Keys, a me pare, sono riusciti là dove i Queens of the Stone Age hanno fallito: rendere moderno un sound datato, e scrivere dischi ascoltabili tutti d'un fiato, fatti di pezzi tutti ugualmente belli.
Disco spettacolare. Grande applauso.

4 commenti:

WVS ha detto...

Ti ho citato sul blog per questo tua associazione ai QOTSA :)
Quoto in toto la rece :)

jumbolo ha detto...

thanks dude!

Anonimo ha detto...

Sentito ieri, disco stratosferico!
Ciao
Luca

jumbolo ha detto...

bene!