No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20111231

l'artista


The Artist - di Michel Hazanavicius (2011)

Giudizio sintetico: da non perdere (4/5)
Giudizio vernacolare: esage

Hollywood, 1927. L'industria del cinema spopola, e gli eroi sono gli attori del cinema muto: già grandi stelle, osannati, applauditi, riveriti, ricercati, come escono di casa sono soggetti a bagni di folla, richieste di autografi. Vivono vite dorate, in ricche ville arredate da oggetti d'ogni tipo, costosi, serviti in ogni momento della giornata. George Valentin è uno di questi, forse il più famoso. Bello, espressivo, baffetti da sparviero e fisico aitante, brillante e ammiccante, sforna film a raffica per il boss del suo studio di produzione, Al Zimmer, ed ogni nuovo film è un successo. Una sera, dopo la prima del nuovo A Russian Affair, manco a dirlo un successone, fuori dal teatro, mentre ha come al solito in pugno i reporter ed i fotografi, una giovane fan salta il cordone di protezione solo per raccogliere il portafogli che le era sfuggito. Colto all'improvviso dalla presenza magnetica della giovane, George reagisce con la sua solita simpatia, ed i fotografi impazziscono alla vista della coppia, formatasi in maniera del tutto casuale. La giovane rimane ancor più affascinata dal suo idolo, George viene colpito dal sorriso, dalla simpatia, dal fascino della giovane, ma ci pensa fino ad un certo punto: le sue attenzioni sono tutte per il suo cane, che gli sta accanto pure sullo schermo, anche lui grande attore. Il suo rapporto con la moglie Doris è freddo e distaccato, ormai da tempo. Ma George ha poco tempo per pensarci: ha un altro film da girare: A German Affair. L'indomani stesso si cominciano le riprese, e intanto sulle prime pagine dei giornali tutti si chiedono chi è la ragazza che era insieme a Valentin. E' Peppy Miller il suo nome, e proprio Peppy, galvanizzata dalla sua breve vicinanza con l'artista, decide di provare a fare il grande passo, e a presentarsi ai provini per A German Affair, e cercare di farsi strada nel mondo del cinema. Sarà proprio Valentin che farà dare alla ragazza la prima possibilità. Peppy ormai è innamorata di George, e pure lui non è indifferente al fascino di Peppy. Non accade niente, gli anni cominciano a scorrere, George rimane sulla cresta dell'onda mentre Peppy continua imperterrita la sua scalata al successo, lo si vede da come cresce il suo nome sui titoli di coda dei film nei quali è chiamata a fare alcune parti. Le loro vite si lambiscono, ma non combaciano mai.
Due anni più tardi, Zimmer annuncia la fine del cinema muto. Peppy si adegua velocemente, e si converte nella nuova fidanzata d'America, interpretando film dopo film, tutti dall'enorme successo. George invece, viene licenziato da Zimmer, produce un film da solo (Tears of Love) che si rivela un fallimento, ha incubi sul sonoro nel cinema (dove lui non riesce ad emettere suoni), la moglie lo lascia, è costretto a ridimensionare la sua vita, cambiare casa per un'abitazione modesta, comincia a bere, è costretto a vendere all'asta tutti i suoi beni, e perfino a licenziare il fedele Clifton, autista tuttofare, che non pagava ormai da un anno. Nel frattempo, la borsa crolla (è il 1929), però Peppy non si è dimenticata di lui. Ma George Valentin è un uomo testardo e orgoglioso...

Dunque, potremmo anche farla molto breve. The Artist è uno di quei casi in cui sorprendentemente, tutte le critiche che avete letto o sentito, sono assolutamente veritiere, e forse addirittura sottostimate. Esci e ti domandi: "ma dov'era fino a oggi 'sto cazzo di Hazanavicius?" e ti viene voglia di guardarti tutti i suoi film. E ti sorprendi ancora di più quando scopri che ha fatto soprattutto televisione, dopo di che due film parodie del genere spionaggio/agenti segreti (OSS 117: Le Caire, nid d'espions e OSS 117: Rio, ne répond plus, sempre con Dujardin protagonista). That's all.
The Artist è un film in bianco e nero (un bianco e nero elegantissimo, suggestivo e molto molto bello) e muto (con i classici intertitles neri con le didascalie, inglesi, con sovrapposizioni italiane, nella versione nelle nostre sale): già questo, nell'era del digitale, del 3D, del dolby surround (anche se il sonoro c'è, sia chiaro eh!), basterebbe a catalogare Hazanavicius come un eroe del cinema. Ma non basta: The Artist è un bellissimo film, semplicissimo nella trama ma significativo, fotografato stupendamente come detto, con movimenti di macchina elegantissimi, che non ti annoia neppure un istante, ti fa ridere, ti commuove, racchiude in sé l'essenza stessa del grande cinema, ed è recitato in modo superlativo dall'intero cast.
Detto del simpatico cameo di Malcolm McDowell, dei sempre imponenti (uno perché alto, l'altro perché grosso) e bravi James Cromwell (Clifton) e John Goodman (Al Zimmer), dell'eccezionale Uggie (il cane di George Valentin), due parole sui protagonisti. Jean Dujardin (George Valentin) è un attore francese che ha lavorato molto in patria (l'avevamo visto in Les Petits Mouchoirs, ma era per la maggior parte del tempo conciato male - era Ludo, l'amico che ha l'incidente all'inizio del film -), e va detto che la sua è veramente un'interpretazione da Oscar: un'espressività e una serie di smorfie insuperabili. Fantastico. Bérénice Bejo, bellezza francese nata a Buenos Aires, anche lei carriera tutta transalpina ad eccezione di una parte ne Il destino di un cavaliere, è bellissima, bravissima, irresistibile. Ed ha due figli con Hazanavicius: fortunato lui!
The Artist, signore e signori: quasi allo scadere, uno dei migliori film del 2011. Non mancate.

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