No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20120113

We Need to Talk About Kevin



...e ora parliamo di Kevin - di Lynne Ramsay (2012)

Giudizio sintetico: da non perdere (4/5)
Giudizio vernacolare: storiaccia dé

Eva Katchadourian è una scrittrice di guide turistiche newyorkese di successo. O meglio, era. Era una scrittrice, era newyorkese. Era moglie, era madre. Forse lo è sempre, queste due ultime cose, o forse no. L'inizio è incerto, onirico probabilmente, e ci introduce in un mondo dove il rosso, probabilmente il rosso del sangue, la fa da padrone. Adesso Eva vive in una piccola casa in provincia, e sta cercando lavoro. Si adatta a qualsiasi cosa, e infatti viene assunta appena si presenta in un'agenzia di viaggi del luogo. Ma Eva ha qualcosa di orribile nel suo passato, lo capiamo da come la guarda la gente, da alcuni episodi, da come si muove furtiva, piena di paure. Pian piano, con massicce dosi di flashback, la regista ci racconta qualcosa di Eva. Sposata con Franklin, un uomo molto diverso da lei ma pacato e positivo, i due hanno una buona intesa a letto. Hanno due figli: prima Kevin, poi Celia. A distanza di circa otto anni. Con Kevin, però, Eva non riesce ad avere un rapporto "normale", mentre Franklin si, anche se gliele dà tutte vinte. Kevin man mano che cresce sembra un essere maligno, sembra divertirsi a destabilizzare la madre. Finché...

Mi sbaglierò, ma penso che questo film, tratto dal romanzo Dobbiamo parlare di Kevin (la traduzione italiana del titolo del libro è identica a quella originale, e non lascia troppo spazio a dubbi, mentre la traduzione del titolo del film, invece, con quei puntini di sospensione, trovo sia ingannevole), della scrittrice statunitense Lionel Shriver, sarà uno dei film che segneranno la stagione 2012. Farà discutere, scioccherà, dividerà le opinioni, non sarà probabilmente visto da un pubblico vastissimo, ma se vi fidate dei miei consigli, dovrete vederlo assolutamente.
Non ho letto il libro, ma se ho capito bene senza dubbio, come capita sempre, il libro è superiore, maggiormente intenso, destabilizzante (probabilmente, da quello che si intuisce in rete dai commenti, più per le donne), però l'approccio scelto dalla regista scozzese, qui alla sua terza
prova dopo un paio di film semisconosciuti (Morvern Callar e Ratcatcher - L'acchiappatopi), secondo me è indovinato, ugualmente forte ma, dove il libro si affida alle lettere di Eva al marito, qui la Ramsay si affida alle immagini, ai colori (predominante e a tratti debordante il rosso, come detto in apertura), e soprattutto ad una superlativa ed ennesima interpretazione monster di Tilda Swinton, nei panni di Eva Katchadourian.

Voglio cercare di non fare spoiler, nel caso non conosceste il libro e non voleste in alcun modo leggere la trama su altri siti. Però il film è costruito bene, anche se il "fatto" si intuisce fin dall'inizio; il montaggio alterna due piani temporali, il presente e i flashback, ma li fa procedere cronologicamente, quindi con i flashback si ricostruisce il passato in maniera esauriente, senza esagerare con immagini scioccanti, mentre con le vicissitudini del presente si assiste alla dura prova alla quale è sottoposta la donna, per riuscire ad andare avanti con la sua vita.
Fondamentali, per la riuscita e per l'atmosfera del film, sia la fotografia, molto accesa per assecondare il dominio dei colori, sia le musiche, che colpiscono per eleganza ed efficacia, a cura di Jonny Greenwood dei Radiohead. Detto e ribadito della superba prova di Tilda Swinton, si
apprezza pure il sempre bravo John C. Reilly nei panni di Franklin, a cui è richiesta una prova "leggera", di un personaggio, come detto, da contrapporre completamente a quello della moglie, ma soprattutto di tutti e tre gli interpreti di Kevin, il piccolo Rock Duer, il più grandicello Jasper Newell, ed infine il migliore (dei tre), l'inquietante Ezra Miller (lo abbiamo visto in Californication 2, era Damien, il fidanzatino di Becca), viso androgino (così come la Swinton, del resto) e glaciale, perfetto per la parte. Bellissima la piccola Ashley
Gerasimovich nei panni di Celia.
Se amate il cinema forte, quello che vi procura emozioni non scontate, non commoventi, ma violente a livello cerebrale, dovete vedere questo film. Io, intanto, mi procuro il libro.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti ho pensato quando sono andata a vedere questo film, proiettato qui in UK prima di Natale....mi ha scioccato (specie per chi ha da poco avuto un figlio!) :-D
Un saluto da Southampton! MP

jumbolo ha detto...

mamma mia veramente!! ciao!!

Filo ha detto...

Film bello, anche se molto "peso". Tilda Swinton di una bravura pazzesca. Lo sapevamo già, ma fa sempre piacere vedere degli attori di tale livello che si confermano "monster".

jumbolo ha detto...

vero vero. ma vedi che Ezra Miller è avviato a diventare un mito.