No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20181209

Amen

Amenra + Jozef Van Wissem, Leidse Schouwburg, Leiden NL, 19 ottobre 2018

Solo da poco tempo sono "entrato" a far parte degli ammiratori degli Amenra, band fiamminga dal suono decisamente estremo, e, incuriosito da molti giudizi che descrivono i loro spettacoli del vivo come entrancing communions, qualcosa come "benefico rito collettivo", avevo tutte le migliori intenzioni di andarli a vedere live. Avendoli perso ad inizio di quest'anno, quando hanno suonato in Italia, a causa del maltempo, ho cominciato a seguire le loro date, cercando di cogliere un'occasione favorevole, anche espatriando. Qualche tempo fa, sono venuto a conoscenza di un doppio concerto nella stessa cittadina olandese, Leiden, poco distante da Amsterdam. Il venerdì sera, concerto acustico nel teatro cittadino, il sabato sera, concerto elettrico in un locale poco distante, organizzatore dell'evento globale. Dopo aver controllato la possibilità di un volo relativamente comodo, ed essere uscito vincitore dall'impresa dell'acquisto dei biglietti su un sito con indicazioni esclusivamente in olandese, mi sono organizzato al meglio il weekend nella cittadina che dette i natali nientemeno che a Rembrandt, e quindi, ben riposato e freschissimo, eccomi qui verso le 19, in attesa che il Leidse Schouwburg, splendido teatro costruito nel 1705, apra i battenti per accogliere i fan. Organizzazione come si deve, perché anche il metal è cultura, bar, hostess e stewards, banco del merchandise fornitissimo che visito prima che ci sia la ressa, posti a sedere comodi, mi sistemo e attendo l'evento curioso.
Apre Jozef van Wissem, musicista olandese che suona liuto rinascimentale e quello barocco, componendo musiche originali partendo da tablature del 1600 e lavorandoci sopra con una tecnica particolarissima. L'esibizione viene interrotta dall'impianto elettrico, che salta; certo è che questo artista è veramente unico. Sonorità incredibili, che proiettano l'ascoltatore molti secoli indietro nel tempo.
Più o meno in orario sulla tabella, ecco i cinque Amenra, accompagnati da una sesta componente aggiunta, voce femminile e violino (forse Femke de Beleyr). Palco spoglio, sei sedie di legno disposte in cerchio, alcuni di loro, tra cui ovviamente il cantante Colin H. van Eeckhout, ci danno le spalle. Il buio la fa da padrone, ma le proiezioni sullo sfondo creano atmosfere bucoliche ogni tanto, eteree, sacre, decisamente suggestive. Apre Aorte. Nous Sommes Du Même Sang, e l'intero teatro, non tutto pieno (la capienza sarebbe di 500 persone abbondanti), viene immediatamente preso alle viscere, anche se i fiamminghi hanno la spina staccata. La scaletta è fatta dai loro pezzi migliori (A Solitary Reign, Diaken, Plus près de toi (Closer to You), Ritual, Nowena / 9.10, Razoreater, e altri), una a dir poco meravigliosa cover di Parabol dei Tool (mi ritrovo a pensare che, nella versione clean, la voce di Colin è veramente molto simile a quella di Maynard), e una curiosa Het dorp del cantautore folk fiammingo Zjef Vanuytsel. Dopo poco più di un'ora è tutto finito, ma vedo persone che si attardano sulle loro poltroncine. L'impressione è quella di aver assistito, appunto, ad un rito.



Opens Jozef van Wissem, a Dutch musician who plays Renaissance lute and baroque lute, composing original music starting from tablature of 1600 and working on it with a very special technique. The show is interrupted by the electrical system, which switched off; sure is that this artist is truly unique. Incredible sounds, which project the listener many centuries back in time.

More or less on time on the scheduling, here are the five Amenra, accompanied by a sixth addition, female voice and violin (perhaps Femke de Beleyr). A bare stage, six wooden chairs arranged in a circle, some of them, including obviously the singer Colin H. van Eeckhout, give us their backs. The dark is the master, but the projections in the background create bucolic atmospheres sometimes, ethereal, sacred, definitely suggestive. Opens Aorte. nous sommes du même sang, and the whole theater, not all full (the capacity would be 500 abundant people), is immediately taken to the bowels, even if the Flemish have the plug detached. The setlist is made from their best tracks (A Solitary Reign, Diaken, Plus près de toi (Closer to You), Ritual, Nowena / 9.10, Razoreater, and others), a (at least) wonderful cover of Parabol from Tool (I find myself to think that, in the clean version, the voice of Colin is really very similar to that of Maynard), and a curious Het dorp of the Flemish folk songwriter Zjef Vanuytsel. After just over an hour it's all over, but I see people lingering on their chairs. The impression is that of having witnessed, in fact, a ritual.

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