Un 32 aout sur terre - di Denis Villeneuve (1998)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: assurdo
Montreal, Canada. Simone, circa trent'anni, una modella, ha un incidente d'auto, dal quale esce miracolosamente illesa. Il fatto la fa riflettere sul senso della sua vita: lascia il lavoro, rinuncia al viaggio in Italia per cui stava per partire, e decide di concepire un figlio. Essendo sola, decide che il padre dovrà essere il suo migliore amico, Philippe. Questo, quando è "informato", non sa cosa rispondere. Alla fine, decide: d'accordo, sarà il padre, ma dovrà essere concepito in un deserto. I due partono per Salt Lake City, per recarsi nel deserto del Gran Lago Salato lì vicino.
Denis Villeneuve, canadese del Québec, è un regista che mi piace. Ecco perché mi sono andato a cercare questo suo primo lungometraggio del 1998, un film che ottenne un discreto successo di critica, ma che a mio giudizio ha un registro decisamente surreale, molto diverso dai suoi film seguenti. La storia è scandita da un calendario inesistente, che comincia proprio col 32 di agosto, e va avanti col 33, il 34, il 35. Alterna scenari in interno a riprese in campo aperto di grande respiro, colori sfumati e luci tenue a botte di colore improvvise e quasi contundenti, per una storia fondamentalmente semplice come un bicchier d'acqua, che complica con espedienti non sempre funzionali, ma che divertono con, appunto, un pizzico di surrealismo.
Molto brava la protagonista Pascale Bussières (Simone), divertente il protagonista maschile Alexis Martin (Philippe). Un film decisamente solo per appassionati e fan del regista.
Nessun commento:
Posta un commento