Molto forte, incredibilmente vicino - di Stephen Daldry (2012)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: portativi i farzolettini mi raccomando
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Oskar Schell, un bambino di nove anni fin troppo intelligente e sensibile, vive a New York col padre Thomas e la madre Linda, proprio nel palazzo di fronte a quello dove abita la nonna paterna, con la quale comunica tramite walkie-talkie guardandola dalla finestra. Oskar ha col padre, di origini ebreo-tedesche, un rapporto stupendo, complice, stimolante e appassionante. Ma è l'11 settembre 2001, e Thomas, gioielliere per mantenere la famiglia (perché in realtà voleva fare lo scienziato), ha una riunione in una delle due torri gemelle. Oskar, così come i compagni, viene mandato via da scuola, senza rendersi conto di quel che sta accadendo, mentre il padre disperato senza volerlo far apparire, lascia messaggi sulla segreteria telefonica di casa Schell. Oskar e la madre si allontanano, ognuno elabora il lutto a modo suo. Oskar, sveglio ma traumatizzato, ritrova tra le cose di suo padre una chiave e una scritta: Black. Decide di contattare tutti gli abitanti di New York che fanno Black di cognome, in cerca di qualcosa che leghi questa ipotetica persona a suo padre. Contemporaneamente, in casa della nonna appare un inquilino, un signore anziano che ha smesso di parlare volutamente, che decide di aiutarlo nella sua ricerca. Quale dei Black avrà conosciuto suo padre? Cosa li legava? Ma soprattutto, chi è l'inquilino di sua nonna?
Extremely Loud, Incredibly Close di Jonathan Safran Foer, checché ne dica certa critica un po' snob, è uno dei libri più belli, emozionanti e commoventi degli ultimi 10 anni, certamente un lavoro che rende omaggio alle vittime di una tragedia che ha segnato la società occidentale. Ma è anche un libro fatto di tante parole (Oskar è un bambino che, oltre ad essere intelligentissimo, è incontinente sia a livello verbale che a livello di pensiero), e poi anche di disegni, di invenzioni grafiche. Non era certamente facile trasportarlo sul grande schermo, e c'era da aspettarsi una certa dose di semplificazione. Io, che ho amato molto il libro, ho apprezzato il film, mi sono commosso singhiozzando come nella mia migliore tradizione, e pure rileggerei il libro dalla curiosità di provare ancora quelle cose che il film non riesce a darti, per motivi di tempo e di "profondità". Eric Roth, sceneggiatore esperto, ha curato l'adattamento dal romanzo, Daldry come regista è una scelta che mi pare indovinata (Billy Elliot, The Hours, The Reader) per un film adatto a tutti, un regista che sicuramente sa come toccare le corde del sentimento, e che si, è vero, forse si è concentrato un po' troppo su Oskar tralasciando il background della famiglia Shell. Forse poteva uscirci qualcosa di meglio, effettivamente. Candidatura all'Oscar, come non protagonista, per "l'esorcista" Max von Sydow (l'inquilino), di certo sempre grande, ma davvero impressionante la prova del protagonista, il debuttante Thomas Horn, quindicenne di madre croata, che lascia basiti per la sicurezza. Il resto del cast, molto ricco, fa da semplice contorno. Tom Hanks è Thomas Schell, Sandra Bullock è Linda Schell, John Goodman è Stan il portiere, Viola Davis è Abby Black e Jeffrey Wright è William Black. Se in qualche scheda troverete pure James Gandolfini nel cast, sappiate che la sua parte è stata tagliata. Musica di Alexandre Desplat, costante ma mai troppo invadente, che naturalmente partecipa alla creazione dei momenti più intensamente emotivi. Uscita italiana venerdì 13 aprile 2012.
2 commenti:
anch'io ho amato moltissimo il libro e onestamente temo una grande delusione nel vedere il film
beh poi leggerò se ne scriverai, son curioso. non era certo facile, il libro era una roba pazzesca.
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