No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20120312

(senza) vergogna inglese



Shameless - di Paul Abbott - Stagioni dalla 1 alla 8 (104 episodi; Channel 4) - 2004/2011

Incuriosito dal fatto che ne abbiano fatto un remake (anche se non è l'unico caso) statunitense, dai commenti letti in giro, e pure alla recensione proprio della prima stagione del remake, mi sono avvicinato alla ormai monumentale serie inglese, creata dallo stesso Paul Abbott, e per la quale ha continuato a collaborare come produttore esecutivo, e scrivendo sporadicamente qualche episodio (me ne ricordo uno nell'ottava stagione); dico monumentale visto che è attualmente in programmazione, sempre su Channel 4, la nona stagione. Come scritto, il totale degli episodi che costituiscono le prime otto stagioni, è di ben 104 (7 per la prima stagione, con un episodio speciale per Natale che ha fatto da congiunzione tra questa e l'inizio della seconda, altre 10 per la seconda, 8 per la terza e per la quarta, ben 16 per la quinta, la sesta e la settima, addirittura 22 per l'ottava, divisi in una prima tranche da 13 ed una seconda da 9; per la nona, in corso, sono state previsti altri 22 episodi). Spendiamo qualche parola su Abbott, che fu già autore di State of Play, miniserie già recensita, e che è divenuta oggetto di remake per un film statunitense. Nato nel Lancashire, settimo di otto figli, conosce bene quello di cui parla in Shameless: la madre ha prima abbandonato il tetto coniugale per stare con un altro uomo (con prole), il padre è poi andato via, la madre faceva tre lavori per sostenere i figli, la sorella di Abbott è rimasta incinta a 16 anni. I fratelli si sono presi cura della sorella in maniera illecita: avrebbero dovuto essere affidati ai servizi sociali (lo spauracchio dei Gallaghers quando uno dei due genitori sparisce). Abbott ha poi tentato il suicidio, fallendo; è stato in un ospedale psichiatrico (vediamo anche questo, in Shameless), ed è poi stato affidato ad una famiglia molto più stabile e abbiente.
Shameless è basicamente una commedia, con risvolti spesso neri, ambientata in quelle che in inglese si definiscono underclass e working class. Il protagonista principale, anche se ci sarà da chiarire meglio questa definizione, è Frank Gallagher, un cinquantenne che probabilmente nella vita non ha mai lavorato. Disoccupato, alcolista, consumatore di droghe (pastiglie di ogni genere), non ha avuto un buon rapporto col padre, e ufficialmente ha, all'inizio della serie, 6 figli; scopriremo che questo numero è molto variabile in realtà. I figli ufficiali di Frank, Fiona, Lip (Philip), Ian, Debbie, Carl e Liam, vivono insieme a lui nel quartiere (fittizio) di Chatsworth, Manchester. Sono stati abbandonati dalla madre Monica, che ha lasciato Frank per Norma, una camionista nera; Frank vive soprattutto al pub, il Jockey, per cui Fiona, la figlia più grande, è diventata come la madre degli altri cinque fratelli. Da questa "base" partono una serie di peripezie "giornaliere" della famiglia Gallagher ma anche dei vicini, che durante le stagioni cambiano, e la serie racconta le avventure anche dei componenti di queste altre famiglie, che insieme ai Gallagher formano una comunità eterogenea, divertente, piena di problemi, ma alla fine sempre molto unita. La serie è innanzitutto sessualmente molto disinibita, e presumo abbastanza esplicativa della situazione delle classi meno abbienti inglesi. Da una parte c'è questa mancanza cronica di lavoro, quindi le fonti di sostentamento sono i sussidi statal-sociali (essere foster-parents è considerato prima di tutto un lavoro, e poi un qualcosa di solidale), gli espedienti giornalieri, e spesso la micro-criminalità, le truffe, lo spaccio, dall'altra c'è la cultura del pub, questa forma di aggregazione che a volte porta all'ubriachezza molesta e di conseguenza alla rissosità, ma che è considerata sacra. Ognuno ha grandi difetti, e via via che le stagioni si susseguono, gli episodi si dedicano a questo o a quel personaggio, il sesso senza precauzioni tra i minori è diffuso (e sappiamo bene che in Inghilterra questa cosa è divenuta quasi una piaga), le morali sociali sono limitate: non è raro che ci siano coppie più o meno di fatto, con grandi differenze d'età tra i due partner. Frank Gallagher, interpretato da un immenso David Threlfall (per me una scoperta assoluta, sebbene non giovanissimo, attore di teatro piuttosto quotato in patria; nelle ultime stagioni ha diretto anche diversi episodi da regista), è un personaggio che incarna contemporaneamente la poesia dell'ubriachezza, la causticità del disoccupato cronico, la debolezza del disoccupato che non cerca il lavoro, e una visione paradossalmente piuttosto lucida della società inglese; i suoi monologhi da ubriaco, che caratterizzano anche gli opening titles (che cambiano di stagione in stagione), sono come perle in una porcilaia. La presenza di Frank è spesso, durante le ultime stagioni, ridotta come minutaggio, per lasciare spazio ad altri personaggi, a volte ottimi, a volte meno, ma anche elevata ad irrinunciabile "cornice" di un prodotto che, per certi versi, si è andato anche raffinando, introducendo critiche sociali dirette.
Come potrete immaginare, il campionario dei personaggi, durante otto stagioni, è immenso, e c'è una grande possibilità di "scelta" (ognuno può simpatizzare per qualcuno in particolare, o "eleggere" il proprio personaggio preferito); la maggiorazione del numero degli episodi permette naturalmente l'approfondimento, o quantomeno di aumentare il minutaggio dedicato ai vari caratteri. Farò solo un esempio: Mickey Maguire, interpretato da Ciaran Griffiths, un personaggio che mi fa scompisciare dalle risate anche quando tace. Naturalmente, l'impegno così lungo, fa si che non è raro che alcuni personaggi, anche particolarmente importanti, scompaiano da una stagione all'altra.
Come dicevo, durante le stagioni la serie mi pare migliorata anche tecnicamente e come qualità video; guardando le varie stagioni, si possono capire le differenze con il remake USA, si può provare ad immaginare se gli sceneggiatori vorranno dargli un taglio o una direzione diversa, ma è ovvio che ci abbiano visto un'enorme potenziale. In Shameless c'è un po' di tutto: gangster, omaggi cinematografici, citazioni varie, storie familiari, dramma, divertimento, critica sociale, la faccia peggiore della crisi economica, amore, sesso, vita e morte. E' superfluo far notare che la versione USA sia più patinata (ma, nota personalissima, le scarpe delle donne protagoniste, che inizialmente erano state fonte di - mio - rigetto per la versione UK, sono molto molto migliorate con l'andare delle stagioni). Tra l'altro, ci si può immaginare anche l'origine di certi personaggi della versione statunitense, che sono un mix tra i vari personaggi di 8 stagioni inglesi (esempio abbastanza chiaro: i vicini di casa dei Gallagher). La differenza sostanziale nella sceneggiatura delle puntate, mi pare, è che nella versione UK si portano avanti 2, massimo 3 storylines ad episodio, lasciando cadere tutte le altre intrecciate prima, mentre in quella USA si prova a portare avanti tutto un po' alla volta.
Il cast è fatto da attori poco o per niente conosciuti in Italia, esclusi Anne-Marie Duff (Fiona Gallagher), vista in Nowhere Boy e in The Last Station, e James McAvoy, visto in molti film, anche di produzione statunitense, come pure nel già citato State of Play (la miniserie); curiosamente, i due sono felicemente sposati nella vita reale, e nella serie i loro caratteri si fidanzano e poi si sposano. Si sono conosciuti proprio sul set di Shameless, e si può dire che le loro rispettive carriere sono da lì decollate. Hanno recitato insieme anche in The Last Station.
Mi sembra fisiologico che Shameless, ed i suoi 104 episodi fino all'ottava stagione, non siano sempre eccelsi, ci siano alti e bassi, e perfino personaggi riusciti meglio e riusciti peggio; ma credo che sia una serie che valga la pena di vedere. Aggiungerò che a mio giudizio, si possono amare entrambe le versioni.






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