L'angelo sterminatore - di Luis Buñuel (1962)
Giudizio sintetico: da vedere (4/5)
Giudizio vernacolare: o da chi la 'omprava la robba vesto vi?
Messico, nella capitale, una coppia dell'altissima borghesia, Edmundo e Lucia Nobile, dopo una serata all'opera, invitano una ventina di amici, naturalmente di pari ceto sociale, per una cena sontuosa. Misteriosamente, i cuochi ed i servitori, abbandonano la tenuta padronale un po' alla volta. La cena risulta dunque incompleta, mentre nel palazzo accadono cose inconcepibili, sullo sfondo. Il gruppo di altolocati non si dà per vinto, e prosegue la serata con un'esibizione di pianoforte (a tratti imbarazzante), per la quale si spostano dalla sala da pranzo al salotto, e alla quale seguono ulteriori conversazioni che vertono sul nulla. Tra i presenti, mentre la notte va avanti, c'è chi comincia a chiedersi come mai nessuno se n'è ancora andato: addirittura, nessuno ha abbandonato la stanza. Il sonno arriva, e gli invitati, insieme ai padroni di casa, si stendono sul pavimento per dormire un po'. Al mattino seguente, quando qualcuno decide di provare ad abbandonare la stanza, ci si accorge che nessuno di loro riesce ad attraversare l'uscita del salotto. Il nervosismo comincia a serpeggiare, la fame e la sete si fanno sentire, mentre dall'esterno ci si rende conto che non si riesce ad entrare. Come uscire da questa situazione?
Tratto dall'opera teatrale Los naufragos di José Bergamín, anche lui un tipo decisamente interessante, che come Buñuel fu contrario al regime franchista e visse a lungo in esilio, un tipo talmente "contro" che morì, per suo espresso desiderio, nei Paesi Baschi, per scelta polemica ("Para no dar mis huesos a tierra española"), L'angelo sterminatore è un film dalla eccezionale forza critica ed allegorica, uno sbeffeggiamento lungo un'ora e mezzo. Il suo ormai classico surrealismo, serve ancora una volta a deridere l'inutilità e la follia eccentrica delle classi agiate, in un tempo (non diverso, purtroppo, da quello odierno) in cui le differenze sociali erano ancora enormi. Non viene risparmiata, ancora una volta, l'istituzione ecclesiastica, con il finale del film che, se la parte precedente poteva perfino far sorridere, mette davvero addosso un senso di disagio e quasi di paura. Bianco e nero che oserei definire patinato, per quei tempi, e un cast divertente. Ancora una volta, geniale e dissacrante.
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