Shameless US - di Paul Abbott sviluppata da John Wells - Stagione 2 (12 episodi; Showtime) - 2012
I Gallagher sono ancora lì, nel loro degradato quartiere di Chicago, proprio sotto la metropolitana sopraelevata. Fiona cerca di togliersi dalla mente Steve, ormai lontano, Frank, vivendo ancora con Sheila, continua con i suoi espedienti per "guadagnarsi" la vita, Lip capisce di amare Karen che invece sta frequentando un nuovo ragazzo conosciuto alle riunioni dei dipendenti da sesso anonimi, Ian vuole entrare nell'esercito, Debbie e Carl gestiscono una sorta di asilo in casa, mentre Fiona dorme dopo aver lavorato di notte insieme a Veronica.
Devo premetterlo, non vorrei che il mio giudizio sulla seconda stagione dello Shameless statunitense risultasse falsato dal fatto di aver visto le otto stagioni (e tutti gli episodi andati in onda fin'ora della nona) della versione originale inglese, esattamente nel periodo lasciato vuoto tra la prima e la seconda stagione della versione statunitense. Leggendo qua e là, si intuisce che Paul Abbott ha lasciato le redini in mano a Wells; non so se dipenda da questo, o dalla "tattica" già intuita nella stagione precedente, che a differenza della serie inglese tende a portare avanti tutte le storylines di tutti i personaggi contemporaneamente, fatto sta che questa nuova stagione, che sarà seguita tra circa dieci mesi da una terza, è risultata inferiore alla prima, e spesso per eccesso di confusione negli episodi. Si fa fatica a ritrovare in Shameless lo stesso appeal selvaggio, divertente ma mai banale, dello scorso anno. Qualche eccesso (anche visivo) di troppo, qualche personaggio assolutamente inutile (almeno, fino ad ora), un gradito ritorno di Nonna Gallagher, l'immutata presenza (almeno, fino ad ora) della colonna portante della serie, il personaggio di Fiona, ancora una volta interpretato in un modo che, a questo giro, è realmente ai livelli dei due grandi, William H. Macy (Frank) e di Joan Cusack (Sheila), che invece stavolta risultano complessivamente un pochino sottotono; di questo bisogna dare atto a Emmy Rossum, alla quale auguro una sfavillante carriera. Vedremo il prossimo inverno, se potremo considerare questa appena conclusa una stagione "di passaggio", oppure l'inizio di una decadenza inesorabile.
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