No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20120413

The Goddess of 1967



La dea del '67 - di Clara Law (2001)

Giudizio sintetico: si può perdere (2/5)
Giudizio vernacolare: io andavo un po' più lontano a comprà 'na macchina

Tokyo. JM, un giovane hacker ricco di famiglia, con una casa high-tech e una (forse) relazione fredda, sta cercando in rete una Citroen DS (pronuncia francese déesse, esattamente come dea). La trova presso un proprietario australiano. Dopo essersi accordati sul prezzo, JM sale su un aereo e vola in Australia. Quando arriva a destinazione, la situazione è a dir poco complicata. L'uomo ha prima ucciso la moglie, e poi si è suicidato, pare per soldi. In casa c'è una giovane ragazza cieca, BG, e una bambina, presumibilmente la figlia del suicida. JM è sconvolto, ma la sua voglia di possedere l'auto è ancora forte. Dopo averla provata, col permesso di BG, i due partono per un viaggio nell'outback, dopo che la donna si è raccomandata con la bambina di non confidare in nessuno. JM scoprirà il passato oscuro di BG.


Ricordavo che questo film aveva ottenuto consensi ad un lontanissimo Festival di Venezia (nel 2000), essendo stato nominato per il Leone d'Oro, e avendo fatto vincere la Coppa Volpi alla protagonista Rose Byrne (BG). A vederlo oggi, il film della regista originaria di Macao rimane impresso per la fotografia esageratamente satura di colore, fatto che contribuisce a lasciare in bocca un sapore un po' troppo falso, più che per la valenza della storia, scritta da lei stessa a quattro mani col marito Eddie Ling-Ching Fong, strampalata inizialmente, che procede a strappi, e che pare tentare di suscitare un minimo l'interesse con la terza parte, con BG che fa i conti col passato. Una sorta di lungo esercizio di stile, anche dal punto di vista registico, ma concordo con tutti i critici che ricordano soprattutto la scena del ballo di BG al suono di Walk, Don't Run nella versione dei The Ventures. Rose Byrne, bellissima attrice di origine australiana, la cui carriera sta lentamente prendendo quota in questi ultimi anni (Troy, Marie Antoinette, Sunshine, 28 settimane dopo, Insidious, Le amiche della sposa, X-Men: L'inizio), allora molto giovane, è piuttosto brava, e c'è pure, nella parte del nonno, l'inquietante Nicholas Hope, che qualcuno di voi ricorderà come il protagonista di Bad Boy Bubby, devastante film del 1993 partorito da quella mente contorta di Rolf De Heer.

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