No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20120412

four times



Le quattro volte - di Michelangelo Frammartino (2010)


Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)

Giudizio vernacolare: portativi un thermosse di 'affé


Calabria, Italia. In un paesino svuotato, sulle montagne che però vedono il mare, un vecchio pastore è malato, ed è convito che la cura sia la polvere della chiesa locale, che beve ogni sera mischiata ad acqua, prima di coricarsi. Il suo corpo senza più vita viene seppellito nella terra, terra che un agnello nato durante la sua morte da una sua capra, farà crescere l'erba che questo stesso agnello brucherà. L'agnellino un giorno rimane indietro rispetto al gregge, e ripara sotto un grande abete; questo abete prima verrà tagliato dalla gente del luogo, per venire posato nella piazza principale in occasione di una grande festa, e poi diventerà carbone, fumo, aria, nella carbonaie lì vicino. Il ciclo della vita e della morte, della natura, si completa e si rigenera.



Un documentario ma di finzione? Forse, sicuramente difficilmente definibile, ma questo Le quattro volte è effettivamente un film, sicuramente fuori da ogni schema, senza dubbio pesante, lento, praticamente senza dialoghi ed interazioni tra protagonisti (spesso, come potrete intuire dalla trama, animali o addirittura alberi), ma superbo in quanto ad inventiva, potenza, espressività. Un film geniale, oserei dire, che naturalmente è passato come un fulmine nelle sale, ma che va assolutamente ri-scoperto, che ci fa conoscere un regista eclettico e validissimo, e ci fa prendere coscienza del fatto che in Italia c'è ancora del talento vero, anche in questo campo. Non aggiungo altro: se avrete fiducia, rimarrete stupiti di cosa si può fare con così (apparentemente) poco.

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