No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.
20130521
truth
Emily Thorne, in realtà Amanda Clarke, si è rifugiata in Giappone dal maestro Takeda per chiarirsi le idee su cosa farne della sua voglia di vendetta. Ha scoperto che sua madre è ancora viva, ed è lì fuori da qualche parte. Ma naturalmente non è la sola novità devastante per mezzo della quale Revenge ci ha lasciato col fiato sospeso (si fa per dire, ovviamente) tra la prima e la seconda stagione: Victoria Grayson pare morta in un incidente aereo, la finta Amanda è incinta dell'antico amore della vera Amanda (e non ci si può fare niente, perché la verità non si può dire, a rischio di essere scoperti), Jack, Charlotte, vera sorellastra dell'Amanda originale (ma convinta di essere sorellastra di quella incinta, cosa che la fa sentire ancor più in famiglia, dato che lei sta insieme all'insipido fratello Declan - non che il fratello maggiore sia il massimo dell'interesse) è andata in overdose, e Daniel (Grayson, of course), dopo la rottura con Emily/Amanda, si sta facendo consolare da Ashley, che proprio non ne vuole sapere di tornare in Inghilterra portandosi dietro il suo accento.
Siccome quelle che scrivo a propositi di dischi, libri, film e pure serie tv, non sono recensioni vere e proprie, ma giudizi personali, di solito mi faccio guidare dalle emozioni, pur cercando di mantenere una certa apertura mentale, e pensare pure come altri potrebbero reagire di fronte al "prodotto" del quale parlo. Detto questo, la seconda stagione di Revenge, una serie che, durante la prima, si era conquistata sorprendentemente la palma di guilty pleasure personale, è risultata talmente deludente che sto seriamente considerando di non guardarmi la terza, che comincerà il prossimo settembre. Evidentemente, una serie di fattori hanno fatto si che la mia "simpatia" fosse un po' come il governo delle larghe intese, destinata a durare poco. La sospensione del'incredulità viene messa a dura prova dai continui colpi di scena che vengono rilasciati in modalità telenovela, le recitazioni caricaturali non aiutano, la serie perde colpi fino ad arrivare a dei livelli imbarazzanti verso il giro di boa, per poi sparare i fuochi d'artificio nel finalone, arrivando a scomodare complotti planetari. Ho fatto davvero fatica ad arrivare alla fine degli episodi, a questo giro. Ad ogni modo, se qualcuno volesse continuare la visione anche durante la terza stagione, il cliffhanger è stato servito con precisione chirurgica all'ultimo secondo dell'ultimo episodio: un po' come il gol del Sassuolo.
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