Il sole ingannatore - di Nikita Mikhalkov (1994)
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)
Giudizio vernacolare: addavenì baffone
1936, Unione Sovietica. Il colonnello Kotov sta trascorrendo un periodo spensierato nella sua dacia assieme alla bella e giovane moglie Marusya, e alla figlioletta Nadia. Kotov è una sorta di celebrità sovietico-bolscevica: dimostrazione palese la si ha quando un contadino dei dintorni corre a chiamarlo, perché i carri armati dell'esercito stanno per danneggiare il raccolto del grano, durante alcune manovre. Kotov, seppur infastidito, vestito in borghese, corre a fermare i carri armati. Non riconosciuto dai militari, si fa prestare un berretto, e poi si fa chiamare il maresciallo. Le giovani reclute muovono i carri armati altrove, scusandosi. Il colonnello e le sue donne si riuniscono poi alla grande e giocosa famiglia aristocratica per il pranzo. Ma la riunione familiare viene interrotta dall'arrivo improvviso di Dimitri, introdotto a Nadia come zio Mitya. Dimitri, ex nobile ed ex anticomunista, ex fidanzato di Marusya e scomparso improvvisamente nel 1923. Sembra una visita di cortesia, ma in realtà Dimitri adesso lavora per la famigerata NKVD, in pratica la polizia segreta di Stalin.
Oscar nel 1995 come miglior film in lingua non inglese, Il sole ingannatore è probabilmente il film più famoso del regista russo. Elegante, ridondante, allegorico, bucolico, poetico, e al tempo stesso sanguinario, spietato, amaro, nostalgico addirittura, surreale con tocchi che agli ignari di una certa filmografia potrebbero sembrare permessi solo a registi come David Lynch, Il sole ingannatore, come dicono correttamente i critici più quotati, è quello di Stalin e delle sue purghe.
Impegnativo, lungo, lento e a tratti pomposo, interpretato dallo stesso regista nei panni di Kotov, dalla vera figlia Nadezhda nella parte di Nadia, dalla splendida lituana Ingeborga Dapkunaite che interpreta Marusya, e da Oleg Menshikov nella dolente parte di Dimitri, è uno di quei film dai quali non ci si può esentare.
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