New Man, New Songs, Same Shit, Vol. 1 - Me and That Man (2020)
Confermato anche dalle chiacchiere ascoltate fuori dal Mediolanum Forum nel febbraio di questo anno, Adam Nergal Darski, mente dei polacchi Behemoth come pure di questi Me and That Man, ma anche imprenditore e personaggio tv, è sicuramente una persona che divide, e senza dubbio in possesso di un ego piuttosto grande, forse ingigantito dalla personale lotta contro la leucemia. Ora, visto che non sono psicologo, passiamo a parlare di musica: Me and That Man è un progetto dello stesso Nergal, un progetto che evidentemente si ispira tanto a Leonard Cohen, Nick Cave e Johnny Cash quanto a band come Mission e Fields of the Nephilim, mescolando rock, blues, gothic e dark, dando libero sfogo al suo lato meno estremo musicalmente, ma conservando l'aura oscura. Dopo un debutto senza dubbio interessante, a distanza di qualche anno esce questo secondo disco, che è un po' una sfilata di ospiti più o meno celebri, ma tutti decisamente validi, in larga parte europei ma con qualche eccezione, e il risultato, per quanto vi possa piacere o meno il personaggio, è degno di nota, perché nonostante il songwriting si adatti di volta in volta agli ospiti (l'esempio giusto è Coming Home, pezzo sul quale canta Sivert Hoyem dei Madrugada, che sembra proprio un inedito della band norvegese), nel complesso l'album risulta una piacevole variazione sullo stesso tema.
Also confirmed by the chatter heard outside the Mediolanum Forum in February of this year, Adam Nergal Darski, the mind of the Polish Behemoth as well as these Me and That Man, but also an entrepreneur and TV personality, is certainly a person who divides, and undoubtedly in possession of a rather large ego, perhaps magnified by the personal fight against leukemia. Now, since I'm not a psychologist, let's talk about music: Me and That Man is a project by Nergal himself, a project that evidently is inspired by Leonard Cohen, Nick Cave and Johnny Cash as well as bands such as Mission and Fields of the Nephilim, mixing rock, blues, gothic and dark, giving free rein to its less extreme side musically, but keeping the dark aura. After an undoubtedly interesting debut, a few years later this second album is released, which is a bit of a parade of more or less famous guests, but all decidedly valid, mostly European but with some exceptions, and the result, for how much you may like the character or not, it is noteworthy, because despite the songwriting it adapts from time to time to the guests (the right example is Coming Home, a track on which Sivert Hoyem of Madrugada sings, which seems an outtake of the Norwegian band), overall the album is a pleasant variation on the same theme.
Nessun commento:
Posta un commento