Alles in Allem - Einstürzende Neubauten (2020)
Un giorno ci soffermeremo maggiormente sul contributo della Germania alla musica moderna (sto pensando, oltre alla band della quale parleremo oggi, ai Kraftwerk: solo con queste due realtà, il contributo e l'influenza, ne converrete, è massivo); oggi ci limiteremo a parlare del nuovo disco degli Einstürzende Neubauten. Il conto grossolano ci dice che questo è il dodicesimo, seppure il precedente Lament, del 2014, fosse una ricostruzione in studio di una performance commissionata dalla città belga di Diksmuide per commemorare lo scoppio della prima guerra mondiale. Sono passati tantissimi anni dal loro capolavoro Tabula Rasa (1993), e ancora di più dal debutto Kollaps (1981): il tempo, si sa, smussa gli angoli, ed ecco che su questo disco si possono ascoltare cose come Taschen, una sorta di ninna nanna per carillon e rumori di fondo. Rispetto a molti anni fa la musica si è stratificata, anche se in confronto a quella "normale", quella dei tedeschi risulterà sempre molto scarna. Ma scarna non significa, lo sapete benissimo, povera: al contrario. Il tempo e l'età, li rende capaci di arrivare in profondità con poche pennellate. Suoni più strumentali rispetto al passato, la voce di Blixa che, sempre più declamando che cantando, riesce a raggiungere angoli reconditi, con le sue storie assurde ed allegoriche. Il rumorismo e la sperimentazione fanno da sfondo a tracce molto belle, a tratti meravigliose.
One day we will focus more on Germany's contribution to modern music (I am thinking, in addition to the band we will talk about today, to Kraftwerk: only with these two realities, the contribution and influence, will you agree, is massive); today we will just talk about the new Einstürzende Neubauten album. The gross count tells us that this is the twelfth, although the previous Lament, of 2014, was a reconstruction in the studio of a performance commissioned by the Belgian city of Diksmuide to commemorate the outbreak of the First World War. Many years have passed since their masterpiece Tabula Rasa (1993), and even more since the debut Kollaps (1981): time, you know, smoothes the corners, and here on this record you can listen to things like Taschen, a sort of lullaby for music boxes and background noises. Compared to many years ago the music has stratified, even if in comparison to the "normal" one, that of the Germans will always be very thin. But skinny does not mean, you know it very well, poor: on the contrary. Time and age makes them able to go deep with a few brush strokes. Sound is more instrumental than in the past, the voice of Blixa who, ever more declaiming than singing, manages to reach hidden corners, with his absurd and allegorical stories. Noise and experimentation form the backdrop for very beautiful, at times wonderful, tracks.
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