Beginning - Di Déa Kulumbegashvili (2020)
Giudizio sintetico: da vedere (4/5)
Yana, la moglie di un leader religioso Testimone di Geova, David, rimane delusa dalla sua vita all'interno di una comunità religiosa patriarcale dopo che la sua Sala del Regno è stata presa di mira e bruciata da estremisti violenti. Questo evento è il punto di partenza del film, che si concentra sulla vita interiore di Yana e sul deterioramento emotivo dopo che David apparentemente non capisce cosa sta cercando di esprimere e dice ripetutamente che qualcosa non va in lei. David denuncia l'attentato alla polizia, polizia che lo spinge a cancellare il filmato di sicurezza dell'incidente. Decide di presentarsi agli anziani della chiesa e chiedere loro un finanziamento per la costruzione di una nuova Sala del Regno, lasciando Yana sola con il figlio Giorgi.
Un debutto nel lungometraggio roboante, purtroppo passato troppo sotto silenzio, seppur sia stato proiettato in diversi Festival internazionali importanti, e la critica lo abbia esaltato (stavolta, a ragione). La regista è georgiana, nata in Russia e di origini ossete. Il film è di quelli che piaccioni a noi: dialoghi rarefatti, facce indimenticabili, ma affronta temi scottanti senza sconti. Recuperatelo.
A bombastic feature film debut, unfortunately passed too much under silence, even though it was screened at several important international festivals, and the critics praised it (this time, rightly so). The female director is Georgian, born in Russia and of Ossetian origins. The film is one of those that we like: rarefied dialogues, unforgettable faces, but it tackles burning issues without discounts. Recover it.
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